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Ave, piena di grazia!
Lc 1, 26-33

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

 

Ave, disse l’arcangelo Gabriele come prima parola. Cosa vuol dire “Ave”? Ave vuol dire “senza guai, senza colpa, senza peccato, (“a” privativo, vae!). Il nome di Eva, se viene leto al contrario, diventa Ave. L’anima che si trova nel peccato mortale è Eva, ossia guai e sventura; ma se si converte alla penitenza, si sente dire Ave, vale a dire senza guai.

Maria infatti fu concepita senza alcun atto sessuale, come Isacco, come Giovanni Battista. In essa non si trovò mai peccato, perché era casta, umile e povera. Essa, per di più era “piena di Grazia”, come se in un vaso già pieno (di grazia) il peccato volesse entrare e fare la sua comparsa; no, non era possibile.

Il Signore è con te! Il Signore è da sempre con coloro che seguono i Suoi comandamenti, con coloro che vivono in umiltà e povertà di cuore. Leggiamo nell’Esodo: “non verrò con te, perché sei un popolo di dura cervice” (Es33,3), cioè disobbediente e superbo. E’ come se dicesse: Verrei con te, se tu fossi umile.

Si narra che questo primo saluto sia avvenuto nel giardino un venerdì mattina, e sembra anche che fosse il venticinque marzo (stesso giorno nel quale 33 anni dopo Gesù morì in croce) e che poi per il turbamento Maria si rifugiò in caso dove continuò l’annunciazione.

 

Su di te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. L’ombra è prodotta dalla Luce e da un corpo che vi si frappone. La Vergine non poteva contenere la Pienezza della Divinità; ma la Potenza dell’Altissimo la coprì della Sua ombra, quando l’incorporea Luce della Divinità assunse in lei il corpo dell’umanità e così fosse in grado di “portare” Dio.

Colui che nascerà da te sarà dunque santo, e sarà chiamato Figlio di Dio. Gesù nasce santo: Colui che dovrà vincere la condizione della natura incorrotta non è concepito da unione o congiungimento carnale. Noi, soggetti alla condizione della natura corrotta, possiamo venire santificati dalla Grazia. Fu conveniente  che colei che al di là di ogni legge concepì restando vergine, generasse il Figlio di Dio al di sopra di ogni legge e umana consuetudine.

Ed ecco Elisabetta, Affinché la vergine non potesse dubitare di poter partorire, le fu portato l’esempio di una donna sterile ed anziana che avrebbe partorito, per riconoscere così che tutto è possibile a Dio, anche ciò che sembra contrario all’ordine della natura.

Non dev’essere stato per niente facile. Accettare che la tua vita cambi così, di colpo. Ma c’era una gran fiducia in Maria, una fede che la rendeva certa che , in un modo o nell’altro, le cose si sarebbero messe apposto. Il Tabernacolo del Signore, il Nuovo Roveto Ardente non avrebbe potuto subire alcun male.

Ogni singolo momento della tua vita, non l’Angelo ma, il Signore stesso bussa alla tua porta; anche in te può crescere la Sua immagine, la Sua realtà spirituale, il Suo amore.

Tutto questo possiamo poi trasmetterlo agli altri, a quelli che non conoscono ancora il proprio Creatore.

E’ questa l’immagine del Cristo vivente che dobbiamo poi continuamente generare per gli uomini che ci avvicinano, per i vicini e per i lontani.

Così, da figli generati dal Padre, possiamo diventare genitori del Figlio.