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Secondo la tradizione, naturalmente in epoche infinitamente anteriori ad ogni creazione di mondi, Dio avrebbe creato sette grandi spiriti corrispondenti ai sette Spiriti in Dio, e li avrebbe dotati di una potenza immensa e di un’altrettanta immensa sapienza per mezzo delle quali essi potevano, come Dio, creare in quantità sterminata degli spiriti minori del tutto simili a loro; e così lo spazio eterno venne colmato di innumerevoli schiere di spiriti. Il più grande e più potente di questi sette spiriti creati in origine fu evidentemente, secondo l’antica Scrittura, Lucifero.

 

I grandi Spiriti creati all’origine sono i Pensieri in Dio e le Idee derivanti da questi Pensieri. Col mistico numero sette si intende ciò che in origine era perfettamente divino e perfettamente somigliante a Dio, in ogni Pensiero uscente da Lui e in ogni Idea da Lui concepita e collocata come fuori da Se Stesso.

 

Il primo spirito (o per capirci meglio, pensiero) in Dio è lAmore.

Questo lo si può trovare in tutte le cose create; poiché senza di esso nessuna cosa sarebbe possibile.

 

Il secondo è la Sapienzaquale Luce proveniente dall’Amore.

Anche questa la si può scorgere in ogni essere nella sua forma; poiché quanto più un essere è recettivo per la Luce, tanto più sviluppata, decisa e bella sarà anche la sua forma.

 

Il terzo, che deriva dall’Amore e dalla Sapienza, è l’efficace Volontà di Dio.

Solo attraverso questo Spirito gli esseri pensati ricevono una realtà per poi essere e là esistere. Altrimenti tutti i Pensieri e le Idee di Dio sarebbero proprio ciò che sono quei tuoi vuoti pensieri ed idee che non vengono mai attuati.

 

Il quarto, che deriva di nuovo dai tre, è e si chiama l’Ordine.

Senza questo Ordine nessun essere potrebbe avere una forma duratura e costante, e così neppure un determinato scopo. Infatti se si attaccasse all’aratro un bue, ed esso mutasse la sua forma e il suo aspetto, per esempio in quello di un pesce o di un uccello, si potrebbe mai raggiungere uno scopo con quel bue? Oppure se si volesse mangiare un frutto, ed esso davanti alla bocca si cambiasse in pietra, a che gioverebbe il frutto? Oppure se si andasse da una qualche parte per una solida strada, e la strada si cambiasse in acqua sotto i piedi, servirebbe a qualcosa la strada, fosse stata pure la più solida? Tutto ciò e innumerevoli altre cose vengono evitati dal divino Ordine, il quarto Spirito di Dio.

 

Ma il quinto Spirito di Dio si chiama la divina Serietà.

Senza la Serietà niente sarebbe possibile come qualcosa di persistente [nel tempo], poiché esso equivale all’eterna Verità in Dio, e soltanto tale Spirito dà a tutti gli esseri la vera persistenza, la riproduzione, la crescita e la completezza finale. Senza tale Spirito in Dio, le cose andrebbero ancora molto male per tutti gli esseri. Essi sarebbero come formazioni illusorie, che sembrano essere qualcosa fino a quando sono visibili; ma ben presto le condizioni che le hanno prodotte mutano, non essendovi in esse serietà, e allora le belle e prodigiose formazioni svaniscono nel nulla! È vero che anch’esse sono molto ben ordinate a vedersi, ma poiché nella ragione che le produce non regna alcuna serietà, esse non sono altro che formazioni vuote ed assolutamente passeggere, che non possono affatto avere una persistenza [nel tempo].

 

Dove sono presenti il sommo Amore, la somma Sapienza, l’onnipotente Volontà, il perfettissimo Ordine e l’immutabile saldissima Serietà, evidentemente deve essere presente anche il sesto Spirito di Dio che consiste nella somma ed eternamente ineguagliabile Pazienza.

Senza di essa tutto si dovrebbe svolgere precipitosamente e andrebbe a finire nell’inestricabile Caos degli antichi saggi.

Quando un architetto costruisce una casa, accanto alle altre qualità che gli sono necessarie per realizzarla, non deve tralasciare neppure la pazienza. Se questa infatti gli manca, non se la caverà mai nella costruzione di quella casa.

Se Dio non avesse questo Spirito, già da un tempo infinitamente lungo nessun Sole illuminerebbe una Terra nell’infinitissimo Spazio, e il mondo degli spiriti avrebbe un aspetto del tutto singolare, completamente privo di esseri!”. La Pazienza è la madre dell’eterna, immutabile Misericordia di Dio, e se questo sesto Spirito non fosse in Dio, dove e che cosa sarebbero allora tutte le creature di fronte all’unico onnipotente Dio?!

Dunque se noi anche sbagliamo ora, in qualche modo, e così evidentemente ci esponiamo all’annientante maledizione dell’Amore, della Sapienza, della Volontà di Dio, a cui fa seguito evidentemente la Sua Serietà a causa dell’Ordine che la precede, ci imbattiamo nella divina Pazienza, la quale tuttavia col tempo porta e deve portare tutto in equilibrio, poiché senza di essa tutte le creature, per quanto perfette, sarebbero sottoposte all’eterno giudizio della perdizione.

La divina Pazienza, con i precedenti cinque Spiriti in Dio, certo creerebbe sui mondi fisici un uomo, o anche molti uomini in quantità innumerevole, e continuerebbe anche a conservarli. Ma allora un uomo, o anche la quantità innumerevole degli uomini, continuerebbe a vivere per un tempo infinito nella pesante carne, e allora non si parlerebbe per tempi eterni di una liberazione finale dell’anima dai lacci della materia. Contemporaneamente animali, piante e uomini si moltiplicherebbero in continuazione, e alla fine abiterebbero in tal numero e così stipati su un mondo fisico dallo spazio limitato, che nessuno potrebbe più evitare l’altro. S’intende però che ciò avverrebbe nel caso in cui un mondo fisico riuscisse, sotto l’azione dell’infinita Pazienza divina, a maturare a tal punto da poter ancora sostenere e nutrire piante, animali e uomini.

 

Con i soli sei Spiriti fatti conoscere finora, andrebbe infinitamente a rilento perfino la creazione di un mondo materiale, anzi ci sarebbe molto da dubitare che un mondo potesse mai comparire materialmente.

Ma la Pazienza è, come ho detto, la madre della divina Misericordia, e così il settimo Spirito in Dio è appunto la Misericordia, che vogliamo chiamare anche Mansuetudine.

Questa rimette tutto a posto. Essa mette in ordine tutti i precedenti Spiriti e produce la tempestiva maturazione sia di un mondo, sia di tutte le creature su di esso. Per ogni cosa essa ha stabilito un certo periodo di tempo, e gli spiriti divenuti maturi possono aspettarsi di conseguenza che avvenga presto e facilmente la piena liberazione, e di poter entrare nella loro eterna libertà e pienissima autonomia di vita.

 

Fu per effetto di questo settimo Spirito in Dio, che Dio Stesso assunse la carne, per liberare con ciò tutti gli spiriti prigionieri dai duri lacci del necessario Giudizio della materia, nel più breve tempo possibile. Per tale ragione questa Sua Opera – la Redenzione – può essere chiamata la nuova, rifatta Creazione dei Cieli e dei mondi, e così la più grande Opera di Dio. In essa infatti tutti i sette Spiriti di Dio agiscono pienamente in equilibrio, mentre non era questo il caso di prima, e neppure doveva esserlo, in conseguenza dello Spirito dell’Ordine in Dio. Prima infatti questo settimo Spirito in Dio cooperava con gli altri Spiriti solo affinché tutti i Pensieri e le Idee di Dio divenissero realtà; d’ora in poi invece esso opera più possentemente, e la conseguenza ne è appunto la perfetta Liberazione.

 

Questi sono i sette Spiriti di Dio, e tutto ciò che è creato, provenendo dai sette Spiriti di Dio, corrisponde in tutto e per tutto a questi sette Spiriti di Dio e li cela in sé.

 

Come i sette Spiriti, ovvero le sette particolari Caratteristiche in Dio si trovano in certo qual modo in continuo conflitto, così che una Caratteristica sprona sempre anche l’altra all’azione, più o meno la stessa lotta la si può riconoscere dunque con estrema facilità anche in tutte le creature di Dio.

L’Amore di per sé è cieco, e il suo desiderio è quello di attirare a sé ogni cosa. Ma in questo desiderio esso si accende, e si fa Luce, e così Comprensione e Conoscenza in esso.

Non vedi ora come la Luce combatte contro il singolo desiderio del puro Amore, e conduce l’Amore all’ordine e alla ragione?!

Ma da questa battaglia o guerra si desta allo stesso tempo la Volontà come braccio attivo dell’Amore e della sua Luce, Volontà che mette in opera ciò che la Luce ha saggiamente disposto in buon ordine.

Ma allora, appunto dalla Conoscenza dell’Amore, per mezzo di tale Luce di conoscenza e per la forza di entrambe [queste Caratteristiche divine], viene richiamato contemporaneamente anche l’Ordine, e questo prosegue a combattere tutto ciò che è disordine, mediante la Luce e la Volontà dell’Amore.

 

Così andrebbe tutto ormai bene, qualora si potesse garantire che quanto i quattro Spiriti hanno messo in opera in modo così ben ordinato, avesse già una persistenza [nel tempo]. Ma tutte le opere, per quanto splendide, dei primi quattro Spiriti, assomigliano ancora molto alle costruzioni realizzate per gioco dai bambini. È vero che i bambini realizzano certe cose in modo magistralmente ordinato, con grande divertimento e gioia, tuttavia poco tempo dopo non provano più alcuna gioia per la loro produzione, e allora la distruggono ancor più zelantemente

di come l’abbiano fatta sorgere poco prima. E in verità, amico, qua le cose si metterebbero ancora molto male riguardo al persistere di tutto il creato! Ma per impedire questo, e precisamente in seguito al grande compiacimento per la completa riuscita delle opere, si leva dai quattro Spiriti la Serietà, quale quinto Spirito in Dio, così come nelle Sue creature. E questo Spirito allora continua a combattere contro la distruzione e l’annientamento delle opere ormai prodotte, allo stesso modo come anche un uomo divenuto assennato e serio che, per esempio, si sia costruito una casa e abbia piantato una vigna. Egli impiegherà ogni sforzo per la conservazione e l’utilizzo della casa e della vigna, non certo per l’istantanea ridemolizione della casa e della vigna, come è stato indicato poco fa per le opere prodotte dai bambini.

 

Ma la casa edificata mostra tuttavia col tempo dei difetti, e la vigna continua a non voler dare la vendemmia desiderata, e il costruttore si pente della sua fatica e della sua serietà nell’operoso zelo, ed egli perciò vorrebbe anche distruggere tuttavia l’opera, ed erigerne al suo posto una tutta diversa e nuova. Ma allora si fa incontro a tale Serietà il sesto Spirito, e si chiama  la Pazienza. Ed essa conserva allora la casa e la vigna.

 

Ora, la Pazienza di per sé, come pure unita ai precedenti Spiriti, non apporterebbe né alla casa, né alla vigna, delle particolari migliorie, ma lascerebbe stare e andare tutto così com’è. Ma allora viene il settimo Spirito, e precisamente la Misericordia, che contiene in sé la Mansuetudine, la Sollecitudine, la Diligenza, l’Attività amorevole e la Generosità. E l’uomo allora ripara la sua casa così bene che in essa non ci sono più difetti, neppure di minima importanza, ed egli vanga e concima la vigna, così che presto essa gli fornisce una ricca vendemmia

 

E dunque la vera, perfetta Vita, sia in Dio che nell’angelo e così pure nell’uomo, è una battaglia incessante dei sette Spiriti indicati. Ma questa battaglia, in Dio come nell’angelo, non è come se in uno o nell’altro dei sette Spiriti ci fosse un desiderio a reprimere gli altri Spiriti e a renderli inattivi. Anzi la battaglia mira eternamente a far sì che uno Spirito con tutta la sua forza e potenza sostenga incessantemente l’altro, e quindi ciascuno Spirito è contenuto perfettamente nell’altro. Dunque l’Amore è in tutti gli altri sei Spiriti, e così anche la Luce, ovvero la Sapienza, è nell’Amore e negli altri cinque Spiriti, e così via. In tal modo in ogni singolo Spirito operano totalmente e pienamente anche tutti gli altri e sono sempre presenti in modo attivo, e si sostengono in continuazione nella più bella armonia».

 

Così dovrebbe essere anche nell’uomo; ma purtroppo non è così. Questa capacità è bensì data ad ogni uomo, tuttavia senza mai essere pienamente coltivata ed esercitata. Ci sono soltanto pochi uomini che in se stessi portano a piena e uguale attività tutti e sette gli spiriti, e con ciò diventano veramente simili a Dio e agli angeli di Dio. Ma, come ho detto, moltissimi ne sono distolti e se ne preoccupano poco, e così non conoscono per nulla affatto il vero segreto della vita in se stessi. Tali uomini ciechi e mezzi morti non possono allora riconoscere lo scopo che è alla base della loro vita, perché si lasciano guidare e dominare soltanto dall’uno o dall’altro dei sette spiriti.

 

Così uno vive unicamente dallo spirito dell’amore e non bada affatto agli altri spiriti. Che cos’altro è allora un uomo simile, se non un animale rapace avido di cibo e che non ha mai abbastanza? Tali uomini sono sempre pieni di egoismo, pieni di invidia e pieni di avarizia, e sono duri di cuore verso tutti i loro simili.

Altri di nuovo hanno un amore illuminato e sono dunque davvero saggi, e possono dare ai loro simili degli ottimi insegnamenti; ma la loro volontà è debole, e perciò non possono realizzare pienamente alcuna opera.

Di nuovo ce ne sono altri, nei quali gli spiriti dell’amore, della luce e della volontà sono interamente attivi, però nello spirito dell’ordine e della giusta serietà si rivelano molto deboli. Gli uomini di questo tipo diventano anch’essi molto intelligenti e talvolta parlano perfino con molta saggezza, e qua e là realizzano anche qualche singola opera. Ma l’uomo veramente saggio e reso interamente tale da tutti i sette spiriti, scorgerà ben presto dalle loro parole, dai loro discorsi e dalle loro opere, che non vi regna alcun ordine né alcuna coerenza.

 

E di nuovo ci sono uomini che possiedono amore, luce, volontà e ordine, ma manca loro lo spirito della serietà. Essi perciò sono paurosi e timorosi, e raramente possono imprimere alle loro opere una totale e piena efficienza. Altri di nuovo sono anche pieni di serietà e coraggio, ma deboli sotto l’aspetto della pazienza. Tali uomini agiscono di solito con precipitazione, e col

loro impaziente zelo spesso rovinano più di quanto abbiano ben fatto. Senza una giusta pazienza non c’è nulla, poiché chi non ha una giusta pazienza, costui pronuncia a se stesso una sicura condanna a morte. Infatti l’uomo deve aspettare fino a che l’uva diventi completamente matura, se vuol fare una buona vendemmia. Se non gli va di aspettare, ebbene, alla fine dovrà pur tuttavia ascrivere a se stesso se invece di un vino pregiatissimo avrà vendemmiato solo una bevanda acidula imbevibile.

 

La pazienza è dunque uno spirito necessario in ogni e qualunque cosa. In primo luogo essa è necessaria per frenare e regolare quello spirito che ho chiamato serietà, il quale spesso vorrebbe spingersi all’infinito. Infatti questo spirito, in unione all’amore, alla sapienza e alla volontà, degenera nella più grande superbia, che poi notoriamente nell’uomo non trova confini. E in secondo luogo la pazienza è anzitutto, come ti ho già indicato, la madre dello spirito di misericordia, e solo questo spirito, agendo retrospettivamente, conferisce a tutti gli spiriti precedenti la completezza spirituale-divina ed aiuta l’anima umana ad ottenere la piena e vera rinascita nello spirito.

Perciò il Signore Stesso ha messo a cuore a voi tutti, prima di ogni cosa, l’amore a Dio e al prossimo, e in proposito ha detto: “Siate misericordiosi, come anche il vostro Padre in Cielo è misericordioso, e siate mansueti e umili, così come anch’Io sono di tutto cuore mansueto e umile.”

 

Il Signore dunque ha comandato agli uomini di coltivare prima di ogni cosa il settimo spirito, perché proprio in quest’ultimo spirito tutti i precedenti sono contenuti e vengono compiutamente sviluppati. Chi dunque sviluppa e rafforza quest’ultimo spirito con ogni zelo, questi sviluppa e rafforza anche i precedenti spiriti e diventa con ciò completo nel modo più rapido e più sicuro. Chi invece inizia il proprio sviluppo con uno o anche con più di uno degli spiriti precedenti, costui giunge difficilmente, o spesso anche per nulla affatto, al totale e pieno

completamento della propria vita, perché questi primi spiriti, ciascuno preso a sé, non contengono in sé il settimo spirito, mentre esso di per sé contiene tutti quelli che necessariamente lo precedono.

 

Ecco in cosa consiste anche incessantemente la caduta degli angeli, ovvero dei pensieri e delle idee provenienti da Dio - che possiamo anche denominare le forze uscenti costantemente da Dio -, e ciò fino a quando essi nella loro totalità non abbiano portato, nell’essere dell’uomo, il settimo spirito in se stesso alla vera e suprema completezza. Infatti tutti gli spiriti precedenti sono dati liberamente, in parte, più o meno a quasi tutte le creature; ma il settimo spirito deve essere conquistato solo dall’uomo, esclusivamente con la sua propria diligenza e col suo proprio zelo.

 

E come soltanto attraverso tale conquista tutti i sei spiriti precedenti raggiungono il loro vero significato e il vero scopo della vita, così anche soltanto attraverso questo settimo spirito tutto l’uomo raggiunge la pienissima libertà e autonomia di vita

 

Risale già ai primi tempi degli uomini l’uso di dividere la settimana in sette giorni, divisione questa che gli uomini, dal punto di vista naturale, dedussero dai quarti di luna, mentre, dal punto di vista spirituale che venne loro rivelato, ciò sta in relazione con i sette Spiriti in Dio.

 

Dei sette Spiriti, però, è il la Misericordia che, come operando a ritroso, affina e ammorbidisce i sei precedenti e li completa.

Anche per questa ragione Dio ha stabilito attraverso Mosè il settimo giorno come Sabato, affinché in quel giorno gli Ebrei si astenessero da ogni lavoro servile, atto a procurare solo il proprio benessere materiale, e, in occasione dell’adunanza dinanzi alla Capanna nella quale stava l’Arca, rivolgessero il loro sguardo ai fratelli ed alle sorelle poveri, alle vedove ed agli orfani, provando per essi misericordia, così da poter intervenire in loro favore con l’opera. Ed è appunto in ciò che consiste l’intera Legge di Mosè e di tutti i profeti, cioè che noi, in piena fede in Dio e nell’amore per Lui, esercitiamo a favore del nostro povero prossimo le opere della misericordia, ed in ciò consiste unicamente il vero servizio divino gradito al Signore.

 

Dalle condizioni illustrate, che poi vanno all’infinito, sorgono, in numero e varietà infinite, le forme e le qualità nella creazione materiale, come pure dai sette semplici colori fondamentali deriva un’infinita varietà di tutti i colori possibili, e dai sette suoni fondamentali nella pura musica può venire creata una varietà senza fine di melodie e deliziose armonie.

 

 

CORPO-ANIMA-SPIRITO