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Crocifissione e morte di nostro Signore Gesù Cristo

Un Uomo E’ andato sulla Croce, un Uomo ha sofferto per i Suoi prossimi per aiutarli nella loro debolezza.  

Anche se cerchiamo di comprendere cosa significa “prendere su se stessi” il peso della sofferenza dell’umanità, la grandezza di questo Avvenimento ce lo impedisce.

 Ogni nostra azione, buona o cattiva che sia, ha effetto sugli uomini e anche su tutta la creazione. Per estinguere da soli, senza la Forza elargita da Cristo, tutte le nostre colpe, le colpe di tutti i peccati commessi, avremmo dovuto soffrire in modo incommensurabile, non sarebbe stata sufficiente nemmeno un’eternità per poter ritornare allo stato angelico dal quale, per nostra volontà, siamo precipitati.

 Il peccato della ribellione di una volta contro Dio (non quello di Adamo ed Eva, ma quello precedente di essere diventati angeli caduti, seguendo Satana e non riconoscendo Dio) era già da solo così grande, che non saremmo stati in grado di espiarlo, con le sole nostre forze, nello stato di creature umane nel quale ci troviamo.

 Gesù vide tutta questa miseria, questa sofferenza, questo crepaccio esistente tra Dio e gli uomini. Avevamo bisogno di un Ponte per poter superare questa distanza da Dio, necessitavamo anche di un Portatore che si caricasse l’incommensurabile peso di peccati che ci impediva, con il suo gravare, di poter scegliere liberamente di percorrere questo Ponte. Gesù sapeva che doveva essere portato un Sacrificio, per riscattare le anime da Satana. Lui sapeva che la grande colpa di peccato doveva essere espiata, per soddisfare la Giustizia del Padre, il Quale non poteva accogliere nella Sua Casa alcun figlio carico di colpa.

 Gesù ha preso su di Sé ogni nostra colpa, ha catturato l’effetto di ogni cattiva azione, ha caricato tutto questo sul Suo Corpo umano, e questa azione espiava ora la nostra colpa attraverso il Suo tormentoso soffrire e morire sulla Croce. Per compiere tutto ciò, Gesù è stato mosso dall’Amore. E tutto lo spirituale di Luce, tutti gli esseri creati che rimasero fedeli a Dio, colmava questo stesso Amore.

L’Amore non lascia andare perduto nulla, non lascia nulla nell’oscurità, nella miseria e nel tormento. L’Amore Stesso si è offerto per la Salvezza, per l’Estinzione della grande colpa. In un Essere di Luce e colmo d’Amore, l’Amore Stesso discese sulla Terra.

Per poter effettuare l’espiazione dei peccati dell’umanità, il sacrificio doveva avvenire attraverso una Forma umana; l’Amore doveva incorporarSi nella carne e perciò ha preso dimora nell’Uomo Gesù che,  essendo senza peccato e puro, ha permesso al Padre di  manifestaSi in Lui. Questo anche per dimostrare all’uomo che una vita condotta nell’amore ha la possibilità di attirare a sé l’Amore grazie al quale viene elargita la Forza per elevarsi dallo stato terreno (e quindi giudicato, cioè di per sé l’uomo è ancora condannato alla lontananza da Dio) allo stato di Figlio di Dio che significava quindi, comunione con il Padre.

E quest’Uomo Gesù ha espiato la nostra colpa, quest’Uomo Gesù ha preso sulle Sue Spalle l’immenso peso del peccato dell’umanità e lo ha portato con Sè sulla Croce.

 La Sua Anima tremava, perché Lui Era Uomo e la Sua Divinità, ottenuta tramite l’Amore, Gli dava bensì la Forza, ma non diminuiva la misura di sofferenze. Gesù voleva ricongiungere il Padre con i Suoi figli, Lui voleva pagare il prezzo di riscatto per le anime. E dato che la colpa era gigantesca, anche il Sacrificio doveva essere insolitamente grande. E perciò sapendo questo l’Uomo Gesù ha preso su di Sé l’ultragrande sofferenza, perciò ha lasciato compiere su di Sé ciò che nessun uomo eccetto Lui avrebbe sopportato. Egli percorse coscientemente la Via verso la Croce e soffrì indicibili tormenti, che infine terminavano con la morte più dolorosa sulla Croce.

 Il Padre Stesso Era nell’Uomo Gesù, l’Amore Lo colmava, senza il Quale non avrebbe mai  potuto compiere quest’Opera; ma il Padre doveva tenerSi in silenzio in Lui nelle ore più difficili del Suo percorso di sofferenza, perché un Uomo doveva soffrire e morire, perché la Divinità in Lui non poteva soffrire, la Divinità non poteva nemmeno estinguere nessuna colpa senza l’Espiazione secondo la divina Giustizia.

 Anche noi uomini dobbiamo morire per il mondo. Solo così risorgeremo alla vita. Dobbiamo risorgere dalla nostra tomba, il mondo, e salire nella Luce, dobbiamo sfuggire alla morte e poter essere attivi con la Forza che Cristo ci elargisce grazie alla Sua morte in Croce. Gesù è morto sulla Croce, e solo attraverso questa morte ci ha dimostrato la Resurrezione il terzo giorno, che ha quindi vinto la morte, che anche noi possiamo risorgere all’eterna Vita se camminiamo come ha camminato Cristo sulla via terrena, se conduciamo una vita nell’amore.

Allora vinciamo colui che ha portato la morte nel mondo, allora attiriamo a noi continuamente la Forza dell’Amore di Dio, per noi non esisterà più alcuno stato di assenza di forza e di Luce, allora il corpo può scomparire, l’anima esce dal suo involucro nella Luce raggiante, risorge dalla sua tomba e vivrà eternamente.

Gesù Cristo con la Sua Croce ha redento il mondo, ha tolto da noi il peso del peccato. Ma ciò non basta per essere salvati. Serve la volontà di percorrere il Ponte tra creature e Creatore eretto da Cristo.

Riconoscendo Gesù Cristo e la Sua Opera di Redenzione, possiamo ottenere le Grazie, cioè la Forza per poter percorrere questo cammino verso il Padre. Senza queste Forza, non siamo in grado, la nostra volontà è troppo debole.

Dice il Signore:

 

IO SONO la Porta delle Pecore.

Chi non entra nell’ovile per la porta, è un ladro o è un brigante.

Non si giunge al Padre se non tramite Me