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Non commetterai adulterio.
Mt 5, 27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

 

Avete inteso che è stato detto ”Non commetterai adulterio”. Ora il sesto comandamento ha un altro significato, quello omnicomprensivo del “non commettere atti impuri". Gesù cerca di smussare i contorni più duri e spigolosi del nostro cuore di pietra, ben sapendo che per rendere perfetto il cuore dell’uomo, è necessaria la volontà dello stesso, e non il solo precetto “non commettere atti impuri". Il commettere adulterio ha un importante significato al cospetto di Dio: significa rendere vano un patto sacro. E il popolo di Israele questo patto sacro lo aveva sciolto più volte. Si parla di adulterio infatti di fronte ad un matrimonio celebrato rispetto a Dio: “ciò che Dio ha unito, l’uomo non sciolga”. Nessun uomo quindi, se già impegnato, deve desiderare un’altra donna. E nessuna donna, anche se libera, deve desiderare un uomo già impegnato. In questi casi si riscontra l’adulterio, mentre gli atti impuri comprendono la fattispecie della fornicazione e degli atti compiuti per lussuria.

 

Sei in grado di far fronte agli impegni che hai assunto davanti a Dio? No? Allora, per evitare che la tua caduta sia irrecuperabile, il Signore ci da dei consigli su come comportarci per poter perseverare nel giusto cammino.

 

Durante il periodo della vita terrena, l’uomo, o meglio, il suo volere, il suo pensare, il suo agire, cioè la sua anima, si trova esposto all’inevitabile pericolo di essere inghiottito dalla materia, mentre dovrebbe affrontare il percorso di maturazione e di rafforzamento della volontà verso Dio. Il risveglio da questo “stato di morte” alla vita in Dio è, e deve essere, estremamente difficile e tormentato, ed è per questo che il Signore, riferendosi non all’uomo carnale ma a quello spirituale, ha detto: “Se il tuo occhio ti reca scandalo, strappalo e gettalo lontano da te, poiché è meglio entrare con un solo occhio nel Cielo che finire all’Inferno con tutti e due!”. In altre parole, questo significa: se la luce del mondo ti seduce troppo, fatti violenza e rivolgi la faccia lontano da questa luce, che tende a spingerti nella morte della materia! Quale uomo spirituale, allontana da te stesso il vano godimento del contemplare il mondo e volgi le aspirazioni della tua anima esclusivamente alle cose celesti! Infatti, è meglio entrare nel Regno della vita eterna senza alcuna cognizione umana, anziché pervenire nell’Aldilà pieno di cognizioni mondane ed inabissarsi così nella morte della materia!

 

Quando il Signore parla degli occhi, delle mani e dei piedi, Egli non vuole intendere i due occhi, le due mani e i due piedi del corpo, ma si riferisce alla doppia facoltà dello spirito, cioè alle facoltà di percepire, di agire e progredire. Quindi Egli ammonisce non la carne priva di vita, ma solo l’anima, che non deve occuparsi del mondo quando si accorge che l’attrazione di quest’ultimo comincia a sedurlo. In tal caso, infatti, è meglio entrare nella vita eterna privo di scienza mondana, anziché condividere, ricco di tale scienza, la sorte del mondo, cui sovrasta il necessario giudizio.

 

L’anima deve invece osservare il mondo per ricavarne degli insegnamenti, però non deve compiacersi in esso. Se si accorge che gli stimoli del mondo tentano di sedurlo, deve subito sottrarsi a tali lacci, perché il pericolo comincia a farsi decisamente minaccioso. Ecco, è dunque questo necessario distacco dal mondo che viene espresso nella corrispondente immagine dello strapparsi gli occhi.

 

In quanto alla mano, abbiamo realizzato che la parabola si riferisce all’agire nell’uomo. Possiamo anche riflettere sul fatto che il Signore, quando ha parlato dello “strapparsi gli occhi” e del “tagliarsi le mani”, si è in realtà riferito solo all’occhio destro e alla mano destra. In realtà si era parlato anche del piede destro, ma questo passo è stato omesso. Perché questa distinzione, tra destro e sinistro?  La parte destra riguarda il percepire, l’agire e il progredire nel mondo, mentre la sinistra, il percepire, l’agire e il progredire nello spirituale.

 

Coloro che hanno già rivolto al Cielo l’occhio interiore dello spirito e che hanno reso operante, secondo i voleri di Dio, la loro volontà d’amore, che corrisponde alla mano sinistra - e si riferisce alla mano del cuore - e che si sono con ciò sbarazzati anche del loro braccio destro o della loro mano destra - che raffigura l’impulso all’attività puramente mondana -, costoro, dico, non è più necessario che taglino anche il loro piede destro. Infatti, quando l’occhio spazia nella vera luce e quando la mano, o meglio ancora la volontà, opera nel suo autentico campo d’azione, allora il progresso, nelle regioni della vita eterna, si innesca logicamente da sé. In altre parole è logico che, adempiute queste due condizioni, la rinuncia ai progressi nel mondo, simboleggiata dal taglio del piede destro, avvenga da sola, senza bisogno di ulteriori sforzi particolari.

 

Noi tutti, ora potremo benissimo cominciare dal piede, poiché, sebbene il nostro occhio adesso cominci a scrutare le cose divine e le nostre mani siano ugualmente disposte ad operare secondo giustizia e verità, il nostro piede, cioè la nostra brama di progresso, tende ancora a spingerci sulle vie del mondo!

Noi ci attendiamo dal Messia tutt’altra cosa di quello che è stato annunciato da Lui! E questo, spiritualmente parlando, è il nostro piede destro, che dobbiamo recidere se voglia procedere per la vera Via che conduce al Regno di Dio.

 

È per questo motivo che il Signore ha parlato del solo piede destro e non volle che ciò venisse scritto, poiché i futuri seguaci della Dottrina del Signore conosceranno, con certezza, dove si trova e in che cosa consiste il Regno del Messia e che cosa bisogna fare per potervi accedere.