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Ecco, il mio diletto viene saltando per i monti.
Dal Cantico dei cantici   Ct 2, 8-14

Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole». 

 

“Una voce! L’amato mio!”… che rapimento, che passione! Avete mai sentito parlare del rapimento della Chiesa vivente, che è il tuo cuore? Lo dice chiaramente la Bibbia e afferma che si sentirà la voce del Figlio di Dio, ecco dove è scritto in 1°Tessalonicesi 4:13-18: Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché vi diciamo questo fondandoci sulla parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. Incoraggiatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”. 

Per il momento Gesù, lo Sposo, ci chiama, e accorre a noi saltando i monti della nostra superbia e le colline delle nostre brame carnali; si ferma dinnanzi al muro, per non limitare la nostra libertà, e guarda tra le inferriate nel quale è incarcerato il nostro cuore. Il Signore vorrebbe entrare, ma la porta del nostro cuore la teniamo volutamente semi aperta, così che il Signore non possa entrare senza il nostro beneplacito.

E allora ci invita Lui stesso ad uscire, a portare oltre l’inferriata il nostro cuore amoroso ma malato. 

Il nostro inverno consiste nella tiepida consuetudinarietà mondana dell’uomo ma quando ascoltiamo zelantemente e fedelmente la Sua Parola o leggiamo la stessa, allora si avvicina altrettanto il grande Sole spirituale alla vostra zona invernale nordica del cuore che è ancora fredda dal punto di vista terreno o mondano. Questa “Luce solare” dispensa anche, gradualmente, sempre più calore, che è l’amore per il Signore,  per la vera attività vitale spirituale. Quando ora questo comincia a procedere, allora nell’uomo è subentrata la “Primavera spirituale”.

Il Signore chiama dolce colomba il cuore mansueto, che si ripara tra le fessure della roccia che è Cristo, come un pulcino sotto le ali della chioccia. Solo sulla roccia troveremo solido appiglio, solo dicendo MI FIDO, troveremo quella pace e quella quiete che ci farà percepire, per tornare all’inizio del brano, la voce dello Sposo.