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Erano molti quelli che Lo seguivano.
Mc 2, 13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
 

Matteo aveva un’eta di 35 anni, ed aveva avuto il privilegio che suo zio fosse stato risanato dal Signore (era uno dei fratelli che avevano portato il paralitico dentro la casa dove c’era Gesù). Era greco di nascita, aveva mogli e figli, ed era titolare di una gabella (dogana) nei pressi di Sibarah.

Matteo venne soprannominato “il pubblicano” per la sua attività, ma anche per contraddistinguerlo dal Matteo evangelista (che era uno scrivano presso un ufficio romano in Sichar), che era già stato chiamato da Gesù in Samaria e precisamente nella città di Sichar, lo stesso giorno dell’incontro con la samaritana al pozzo di Giacobbe. 

Matteo il pubblicano era greco di nascita, mentre gli altri undici apostoli erano galilei. Era uno dei tre apostoli (Matteo, Giuda Iscariota e Bartolomeo) che non erano pescatori.

Matteo  condusse Gesù e il suo seguito a casa sua, nella quale tutti i doganieri che erano addetti a quell’ufficio principale, ed un gran numero di sorveglianti e di altri simili “peccatori” (secondo la misura e il giudizio degli ebrei, dei farisei e degli scribi) pranzavano.

Infatti la casa di Matteo era grande e nello stesso tempo era anche un’osteria nella quale gli ebrei potevano ricevere qualcosa da mangiare e da bere, pagando però, mentre i doganieri, i sorveglianti ed i “peccatori” vi avevano il vitto gratuito, poiché essi erano tutti quanti servitori in quella casa che tenevano in appalto dai romani per la riscossione dei dazi.

I doganieri si affrettarono ad invitare Gesù a tavola, ed ai Suoi discepoli ed anche ai farisei e agli scribi fu distribuito pane e vino in giusta quantità; però se i discepoli erano di buon umore, non così può dirsi dei farisei e degli scribi che erano venuti con loro, i quali non potevano dissimulare la loro rabbia per non essere stati anch’essi invitati a tavola.  

Accadde però che, mentre Gesù si trovava già seduto a tavola assieme ai pubblicani ed ai peccatori che erano là già in bel numero, entrarono in casa ancora altri pubblicani e peccatori i quali venivano da altre località, poiché la casa di Matteo era conosciuta dappertutto come molto agiata ed ospitale, e là, particolarmente nei giorni di sabato, c’era una numerosa ressa di ospiti. Essi  salutarono tutti il Signore con estrema gentilezza, ed osservarono che a quella casa non sarebbe potuto derivare onore più grande di quello di averLo per ospite; ed essi aggiunsero altri tavoli a quello al quale Gesù era seduto, e tutti vi presero posto.

I farisei e gli scribi nel frattempo facevano ressa davanti al portone di casa per fare attenzione a quanto Gesù avesse potuto operare o dire. E come essi videro che discorreva con i peccatori e con i pubblicani in maniera oltremodo amichevole, si accesero d’ira nei loro cuori e domandarono ai discepoli perché Gesù mangiasse con i peccatori.

Ecco allora il significato della frase di Gesù, la quale fu intesa dai farisei come un riconoscimento della loro (presunta) integrità morale, mentre Gesù dichiarava che coloro che si reputano sani, non vanno in cerca del medico che li possa salvare dalla loro malattia. I farisei erano pieni della sapienza del mondo e non vi era più spazio in loro per la sapienza divina che elargiva il Signore.

Quale fortuna ebbe Matteo il pubblicano, che fu chiamato da Gesù. A quella chiamata, si tolse di dosso i suoi indumenti di albergatore, prese il suo miglior mantello e  seguì il Signore. Così deve fare chiunque voglia SeguirLo! Egli deve morire del tutto per le cose di questo mondo e non deve più pensare alle sue condizioni della sua vita terrena, altrimenti egli non è adatto al Regno di Dio, né ad entrare nello stesso! Infatti colui che mette mano all’aratro e volge gli occhi indietro non è adatto al Regno di Dio.