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Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato.
Mc 2,23-28

Avvenne che, in giorno di sabato, Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. 
I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?».  Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatar, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». 
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».


Vedete, cogliere le spighe con la mano non era vietato, ma permesso per chi si trovava nello stato di bisogno. Si dice in  Deuteronomio 23:24-25 “Quando entrerai nella vigna del tuo prossimo, potrai a tuo piacere mangiare uva a sazietà, ma non ne metterai nel tuo paniere. Quando entrerai nei campi di grano del tuo prossimo potrai cogliere le spighe con la mano; ma non metterai la falce nel grano del tuo prossimo.

Però i farisei interpretano a modo loro la Legge. La Legge data da Dio attraverso Mosè, non era una legge per la ragione, cioè da interpretare con la sola intelligenza. Era una legge propositiva per il cuore dell'uomo, data per aiutarlo e non per metterlo alla prova.

E Mosè ha collocato l'intera Legge nell'amore a Dio. In giorno di sabato inoltre, Mosè aveva vietato ogni lavoro a scopo di lucro, o comunque qualsiasi lavoro non necessario per poter dedicare la giornata alla comunione con il Signore. Ma in ogni caso, i farisei non tolleravano che, in giorno di sabato, e ancor più nei sabati solenni, il Signore operasse dei miracoli. Ma nel non tollerare si trova ben poco amore.

Nei farisei e nel Tempio la Legge è rimasta, ma l'amore a Dio si era già spento da diverso tempo. Una Legge però, in cui non c’è più amore, non giova a nulla, e colui che la osserva senza amore, è un morto schiavo della stessa.

Sapete chi è un peccatore? Un peccatore è colui che non ha amore in sè stesso. Noi però abbiamo amore, ed i nostri peccati saranno perdonati come alla Maddalena, essendo Gesù al di sopra della Legge di Mosè un Signore dall'eternità.

Il grande peso che si pensa si addossarsi nel seguire la sequela di Cristo non sta nel Cristo stesso, ma nella Legge di Mosè. Quando non conoscevamo il Signore, ma solo i precetti della Legge avevamo sulla spalla non il peso del Cristo, ma soltanto quello della Legge che ci opprimeva, pesante come un mondo.

Ora però che nel nostro cuore abbiamo riconosciuto la presenza di Gesù, il Signore su Mosè e sulla Legge, il peso delle Legge non è più con il Signore, e tanto meno sulle nostre spalle. 

Come in passato, così è oggi e sarà nel futuro: in tale modo andrà spiritualmente a tutti coloro che sopporteranno la Legge. I giusti per legge gemeranno e digrigneranno i denti; ma il Signore siederà a tavola nelle case dei peccatori e li guarirà e li accoglierà come Suoi figli.

I perduti Lui li cercherà, i malati, i duramente imprigionati e i tormentati li guarirà, salverà e libererà; ma i giusti della Legge dovranno andarsene dalla Sua Dimora ingiustificati.