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Chi ama la propria vita, la perde.
Gv 12, 24-26

Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
 

Il chicco di grano ha una potenzialità enorme. Una volta caduto in terra, ha la possibilità di marcire e di far crescere da se stesso una pianticella che porta dove 100 chicchi, altrove 60, infine 30.

Come mai questa differenza? Dipende dal terreno dove è seminato. Il terreno è il cuore dell’uomo, e il chicco di grano è la Parola di Dio.

Se la Parola di Dio in noi non riesce a far morire abbastanza i nostri desideri materiali, il raccolto sarà magro. Se invece il nostro terreno (cuore) è abbastanza fertile (pieno d’amore) per poter accogliere il chicco di Grano, esso in questo cuore darà molti frutti.

Spirito e materia; due cose che sono in antitesi.

Vita materiale e vita spirituale; o scegli una, o scegli l’altra. Non puoi stare con un piede in due scarpe. Chi vuol salvare la propria vita (terrena), la perderà (quella spirituale); ma chi per amore del Signore perderà la sua vita (terrena), costui la troverà (quella spirituale).

 Il Signore ha preso su di Sé la nostra croce. Ora è venuto il tempo di aiutarLo richiedendo indietro la nostra croce. Prendi la tua croce, ed agisci sul tuo essere con grande violenza e con la maggiore energia possibile per incominciare a percorrere la via del sacrificio e della rinuncia alle cose del mondo; se fai così con tutta diligenza e zelo, ti salverai ed avrai la vita, ma se non lo fai, non ti si può venire dato nessun aiuto se non attraverso le gravi sofferenze del mondo, affinché impari a disprezzare il mondo stesso ed i suoi  splendori e affinché poi tu ti converta a Dio ed in tal modo incominci a cercare in te il Suo spirito, procedendo sempre di più alla propria unificazione con Lui.

Gesù ce lo dice: "La felicità del mondo è la morte dell'anima!"

Molti si considerano buoni cristiani, migliori soprattutto di qualcun altro a loro vicino. Seguono il Cristo; chi da vicino, chi da lontano. Gesù si ferma. Si volta. Ci guarda e ci parla al cuore. E ci dice: “Non potete seguirmi”.

Se qualcuno vuole liberarsi dalla materialità della propria anima, pur essendo ancora nella carne, conviene che costui prenda la propria croce (condanna dal mondo) e Lo segua.

 

Lo segua, ma dove? Nel sentiero che lo porterà nel Regno di Dio. Questo sentiero, per il vero e vivo Regno di Dio, è un sentiero molto stretto e spesso ricoperto da ogni sorta di sterpi spinosi. Umiltà e piena abnegazione è il suo nome. Per l’uomo materiale esso è totalmente inaccessibile. Chi però crede nel Signore e osserva i Suoi Comandamenti, a costui le spine sul sentiero per il Regno di Dio non feriranno i piedi. Solo un primo inizio è difficile, se però la serietà rimane e non viene indebolita da ogni sorta di sguardi indietro, verso il mondo, il pieno raggiungimento del Regno di Dio in se stessi è qualcosa di molto facile. Per colui che seriamente cerca il Regno di Dio in sé, il giogo del Signore è dolce, e leggero il carico che Lo Stesso gli mette da portare.

E ai seri ricercatori del vero Regno di Dio, il Signore esclamerà sempre forte, nei loro cuori: “Venite tutti a Me, voi che siete affaticati e oppressi! Io Stesso vi vengo incontro già più che a metà strada, e voglio pienamente rinvigorirvi e ristorarvi!”.

Coloro invece che grideranno  “Signore, Signore!”, ma la loro preoccupazione principale è rivolta puramente alle cose del mondo, e solo così, secondariamente, aspireranno a ciò che è del Regno di Dio, a costoro il Signore dirà: “Perché Mi chiamate, voi mondani, e che cosa gridate? Il Mio Cuore non vi ha ancora conosciuti. Ciò di cui vi preoccupate, quello vi porti anche l’aiuto che desiderate!”

Ci vergogniamo di fare tutto questo?