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Io so chi tu sei: il santo di Dio!
Lc 4, 31-37 

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante
.

Cafarnao era una città commerciale molto importante, situata nel Mare di Galilea e precisamente al confine tra Zabulon e Neftali. Non lontano da questa, al di là del fiume Giordano, nei pressi di Bethabara, era situata la località dove Giovanni battezzava, quando quel fiume, alcune volte totalmente asciutto, aveva una quantità d’acqua sufficiente. 

 

Non si trattenne che brevemente a Cafarnao essendoci, in questo posto, poca fede e meno ancora amore, poiché la città era dedita agli affari e al commercio. Infatti, là dove il commercio e gli affari tengono occupati gli uomini, non vi è più posto per la fede e per l’amore e dove questi ultimi sono venuti meno, il Signore può fare poco o niente. 

 

Comunque, Gesù, dopo aver eletto a discepoli Giacomo e Giovanni, iniziò subito ad istruire gli uomini, esortandoli a penitenza, perché il Regno di Dio era vicino. Andò nelle loro sinagoghe e qui predicò. Molti credettero alla Sua Parola, perché parlava con autorità, e non come gli scribi. 

Nel Tempio di Dio (sinagoga) è presente un posseduto da uno spirito immondo. Non meravigliamoci se nella sinagoga vi si trovano dei demoni; anche nel nostro cuore, vero Tempio vivente di Dio, vi si trovano demoni di ogni genere, intesi come cattiverie, invidie, brame materiali.

 

Tutti gli spiriti ribelli considerano un tormento quando vengono esortati all'obbedienza verso Dio, poiché non vi è orgoglio che voglia da parte sua riconoscere che cos’è l'obbedienza, dato che esso solo vuole dominare e comandare. Essi più di ogni altra cosa preferirebbero essere lasciati, fosse pure per tutta l’eternità, alla loro gioia malvagia e vendicativa, e ciascuno spirito che venga ad esortarli almeno ad un certo ordine e ad una qualche obbedienza, o che intenda cacciarli via spesso addirittura con la forza, essi lo considerano sempre come il loro nemico e tormentatore.

 

Questo demone legge bene lo Spirito di Cristo; in Lui non trova peccato, riconosce Cristo, ma non lo accetta come suo Signore.   

Ma troppa pubblicità avrebbe reso difficoltoso l’opera di predicazione intrapresa da nostro Signore nei Suoi tre anni di peregrinazione, e quindi intima allo spirito immondo con un portentoso “Taci!” di non svelare prima del tempo la Sua vera identità.

 

 

Anche oggi, il Signore, nel Tempio vivente di Dio che è il nostro cuore, fa la sua comparsa, ma non può restare a lungo perché esso è pieno di ogni sorta di impudicizia.

 

Intima anche a gran voce, alle nostre brame, di trovare un’altra strada che conduce al loro soddisfacimento, ma molte volte queste brame carnali, questi desideri materiali, ritornano ben presto in noi trovando la porta del cuore sempre ben aperta per il loro nuovo ingresso.

 

Non ci sappiamo vestire dell’umiltà che è necessaria ad una possibile coabitazione di Dio nel nostro cuore, e il Signore si deve accontentare si venire a trovarci solo poche volte per non lenire la nostra libera volontà.

 

E’ per questo che il Signore esce dal Tempio e, dall’esterno, influisce nell’interiore dell’uomo in maniera quasi impercettibile, senza cedere alle sue esigenze che vogliono che Egli rimanga presso di lui per sorreggerlo nella pigrizia. Al contrario, Egli lascia che l’uomo si elevi da sé nella più alta libertà ed attività, poiché è grazie a queste che diviene perfetto.