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Chi perderà la propria vita per Me, la salverà. 
Lc 9, 22-25

Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

 

La seconda parte del brano di Vangelo di oggi sembra quasi una spiegazione del primo versetto.

Facciamo una premessa; ricordate che con Nicodemo Gesù usò diversi termini per indicare Se Stesso, generando nello stesso rettore di Gerusalemme una grande confusione? Gesù parlò di un Figlio dell’uomo, e poi di un Unigenito Figlio di Dio. Il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio sono un solo e medesimo essere? 

Il capo, il corpo, le mani e i piedi sono carne e questa carne è un Figlio dell’uomo, perché ciò che è carne procede dalla carne. Però in questo Figlio dell’uomo, che è fatto di carne, dimora la Sapienza di Dio e questa è l’Unigenito Figlio di Dio.

Né Dio in Gesù Cristo, né Gesù Cristo, quale anima, quale Suo Figlio eterno, ma unicamente il corpo di Gesù Cristo, quale Figlio dell’uomo, verrà ucciso a Gerusalemme; però il terzo giorno esso resusciterà completamente trasfigurato, e poi sarà per l’eternità una sola cosa con il Padre che è in Gesù e che in Gesù rivela tutto quello che , quale Figlio dell’uomo, deve operare e dire.

Ecco l’uomo nuovo, l’uomo spirituale, che deve mortificare il proprio corpo per assurgere a quella luce che possa illuminare la sua anima e guidarla fino alla perfetta unione con lo Spirito di Dio presente nel cuore dell’anima.

Ogni uomo deve restituire al mondo tutto quello che ha dal mondo, fino all’ultimo centesimo, quindi anche tutto ciò che ha udito ed elaborato con la propria sapienza; quindi anche le conoscenze della propria testa, che rendono superbi. La nostra presunta sapienza deve passare per quella umiliazione che si può paragonare ad una crocifissione, poi deve essere messa, come se fosse uccisa, in una nuova tomba nel cuore, da qui nuovamente risorgere e quindi, abbandonandosi e offrendosi totalmente al Padre, portarsi in Alto per diventare una sola cosa col Padre.

Gli uomini devono curarsi il meno possibile delle cose del mondo, e devono badare soltanto che la loro anima divenga una cosa sola con lo spirito e non con la carne, perché come può giovare all’uomo acquistarsi anche il mondo intero per la sua carne, quando la sua anima ne riporta invece un gravissimo danno?

E’ enormemente difficile aiutare gli uomini quando si sono tenacemente unificati e materializzati con il mondo, perché essi mettono e vedono la loro vita soltanto nelle vane cose del mondo, vivono in un perpetuo stato di timore e diventano infine inaccessibili del tutto per le vie dello spirito.

Colui che fra gli uomini del mondo vuole salvare la propria anima, deve agire sul proprio essere con grande violenza e deve con la maggiore energia possibile incominciare a percorrere la via del sacrificio e della rinuncia alle cose del mondo; se egli fa così con tutta diligenza o zelo, egli si salverà ed avrà la vita, ma se non lo fa, non gli può venire dato nessun aiuto se non attraverso le gravi sofferenze del mondo, affinché impari a disprezzare il mondo stesso ed i suoi splendori e affinché poi si converta a Dio e in tal modo incominci a cercare in sé il Suo spirito, procedendo sempre di più alla propria unificazione con Lui.

Questo rifiuto del mondo e di ciò che in noi stessi è del mondo, consiste appunto nella croce che Gesù ci invita ad autocaricarci,  croce che è pesante solo all’apparenza, perché è una croce di carta e all’interno è totalmente vuota, perché “dolce è il Mio giogo e leggero il Mio carico”. Perché chiunque vuole salvare la propria vita (materiale) la perderà (la vita spirituale), ma chi perderà la propria vita materiale a causa dell’amore verso il Signore, salverà la propria anima.

 

 

"DedicateMi al posto di certi vostri pensieri materiali e al posto di taluni vostri divertimenti mondani solo un’ora piena al giorno; santificatela col far sì che voi in quella non vi occupiate nel vostro cuore di null’altro che di Me!".