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Io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi.

Lc 10, 1-9

Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La mèsse è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della mèsse perché mandi operai per la sua mèsse. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: E' vicino a voi il regno di Dio. 

 

Il nostro tempo è contraddistinto dalla Misericordia e della Grazia del Signore. Quella Stessa Grazia che alcuni abitanti di Israele hanno potuto vedere con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie. I più fortunati, o per meglio dire i più desiderosi, hanno potuto anche incontrare, discorrere e abbracciare il Salvatore. Anche oggi il Signore manda i suoi discepoli a coloro che non Lo conosce, per annunciare che ha intenzione di lì a poco tempo, di bussare alla porta del loro cuore. E affinché la visita non sia inaspettata, ecco, manda me e te, ad avvertire che “Il Regno dei cieli è vicino”.

 

Ci manda come agnelli in mezzo ai lupi; senza nessuna difesa propria, ma con infinita fiducia nel proprio Pastore. Chi vuol essere o diventare Suo discepolo, quegli deve prendere un greve carico sulle sue spalle, e così deve seguirLo. Vantaggi materiali i Suoi discepoli non possono aspettarsene, al contrario essi, nel Suo Nome e per amore Suo, devono abbandonare perfino i vantaggi ed i beni terreni già avuti e non solo per un dato tempo, ma per sempre. Denaro o altri simili tesori del mondo non è permesso loro di possedere e neppure due mantelli senza cucitura, ne calzari o sacchi per riporre le loro cose, né un bastone per appoggiarsi o per difendersi da un eventuale nemico.

 

Su questa Terra non è permesso loro di possedere niente all’infuori del celato mistero del Regno di Dio. Se noi possiamo adattarci a tali condizioni , allora possiamo anche diventare Suoi discepoli.

 

La testimonianza nella casa in cui entravano doveva essere totale. Per questo dovevano rimanere più giorni, fino a che non avessero ritenuto che la loro missione in quel luogo fosse terminata. Si ascoltavano i bisogni dei componenti della famiglia, e se il proprio cuore (del discepolo) era perfettamente disposto a dare. Se essi chiedevano e il proprio cuore voleva dare, allora il discepolo, in virtù della Forza e della Potenza di Dio, dava. Infatti questa è la norma principale del vero amore del prossimo; il prossimo deve domandare o per mezzo di parole percettibili o con invocazioni d’aiuto, oppure, nel peggiore dei casi, con l’atteggiamento muto del bisogno ben facilmente percettibile. Il cuore del discepolo poi deve subito per amore volere fermamente quell’attività necessaria a tradurre in atti l’impulso che la anima.

 

L’ira e la vendetta devono essere ben lontani dal cuore di chiunque voglia essere discepolo del cristo, non deve lamentarsi per le amare vicende e, né sdegnato, cominciare a mormorare.

 

Egli deve fuggire come la peste ogni vita allettante del senso, ma deve fare ogni sforzo possibile per crearsi nel proprio cuore, mediante la Vivente Parola del Signore, uno spirito nuovo, per vivere infine in eterno, perfettamente in questo spirito, nella pienezza di ogni forza e potenza spirituale.

 

Il Signore non costringe mai nessuno. Chi vuole seguirLo, Lo segua. Chi invece non vuole, o così non può fare, che rimanga a casa sua. Il Regno di Dio patisce violenza, e coloro che con violenza non strapperanno da se stessi le attrattive dei sensi, quelli non lo possederanno.