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Lo voglio, sii purificato!
Mc 1, 40-45  

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

 

Siamo in Samaria, nei pressi di Sichar, la guarigione del lebbroso avviene poco dopo il discorso delle beatitudini sul monte Garizim; i giorno prima c’era stato l’incontro di Gesù al pozzo di Giacobbe con la samaritana (Irhaele).

Il sacerdote al quale viene diretto il risanato, non è quindi sacerdote in Gerusalemme o in Cafarnao, ma in Samaria.

Il lebbroso, di nome Giovanni (è la stessa persona che, scacciando i demoni, fu ammonito dall’apostolo Giovanni  perché non era “dei loro”) Lo sente, e con voce lamentevole esclama  «Signore, se Tu vuoi, puoi purificarmi!». Se tu vuoi….. se anche noi conoscessimo qual è la volontà del Signore, con intenzione di seguire ciò che Esso vuole per il nostro bene, le nostre preghiere sarebbero esaudite. Infatti ognuno, che seriamente cerca, può e deve trovare.

Visto Gesù, si alzò subito e si avvicinò al Esso. Prima cosa….riconobbe Gesù (riconobbe l’amore del Padre), una volta riconosciuto si alzò, subito. Non ebbe dubbi, non ebbe remore. Si elevò dal suo stato "materiale" e si avvicinò a Gesù, non curandosi del divieto di stare alla larga dalla gente. Chissà da quanti anni non veniva toccato da qualcuno; tutti erano timorosi che, avvicinandolo, potesse contagiarli della stessa malattia.

Oggi siamo tutti lebbrosi spiritualmente….chi più chi meno. Dobbiamo guarire dalle lebbra che portiamo dentro di noi, da questa lebbra che è la cattiva condotta, la lebbra delle cattive abitudini, ma sopratutto la lebbra dell'egoismo umano che ogni giorno sovrasta, come un gigante, i valori spirituali. Questa lebbra ha un nome, è la lebbra dell'egoismo, dell'io umano che è cresciuto in noi fin dalla nascita e che abbiamo alimentato male.

Ma il cambiamento è possibile in qualsiasi istante, è questo è l'istante preciso in cui ciò che più di ogni altra cosa dobbiamo desiderare, per il quale dobbiamo sopirare e al quale dobbiamo anelare, al di sopra di ogni desiderio umano. Quando smetteremo di guardare noi stessi e cominceremo ad amare i nostri fratelli, a quel punto si sarà già manifestata in noi questa purificazione e metamorfosi spirituale

Se aspettiamo di essere tutti puri non potremo mai, qui sulla terra, avvicinarci al Signore. Ma Lui cerca i peccatori, poveri nello spirito per arricchirli, per purificarli, per ridimensionarli, e solo allora essi Lo sentiranno.

La chiamata è continua, ma pochi la sentono, la individuano fra le molte sollecitazioni che continuamente hanno nella loro giornata. Il lebbroso di sollecitazioni ne deve aver avute ben poche, estromesso da tutti e da tutto.

Gesù distende la mano… lo cerca! Egli, come ognuno nel mondo, si trova nel Potere delle Sue Mani, sia che se ne accorga o meno, ed ha parte della Sua Grazia e Misericordia. “Lo voglio, guarisci”, e da quel momento è un continuo lodare e glorificare Dio, la sua Potenza e il suo Amore.

Gesù lo ammonì di guardarsi per il momento di parlarne a chicchessia tranne che al capo dei sacerdoti. “Guardati di dirlo a qualcuno”…..Gesù gli dice di ringraziarlo nel segreto del suo cuore, e che ciò sarà sufficiente.

L’ex lebbroso Giovanni, non diede testimonianza solamente al sacerdote, ma la sua vita fu una continua testimonianza, una lode al Signore. Esso fu anche la causa per la quale Saulo chiese il permesso di andare a Damasco, perché Giovanni, l’ex lebbroso di Sichar , aveva creato qui una comunità.

Ho sentito, a questo proposito, una cosa molto saggia da un predicatore, una volta: “Il Signore gli disse di non dirlo a nessuno e lui lo raccontò a tutti”. Oggi il Signore ci dice di raccontare di Lui a tutti e noi non lo diciamo a nessuno.

Vorrei dire che la disobbedienza di quel lebbroso guarito non è grave come la nostra oggi.