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La vostra tristezza si cambierà in gioia.
Gv. 16, 16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

 

 

  Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete!” 

Ci sono occhi ed occhi, vista naturale e vista spirituale. Ormai da lungo tempo i discepoli erano stati testimoni delle opere e dell’insegnamento del Signore, così come ora erano a conoscenza di come e con che Mezzo il Regno dei Cieli si era fatto vicino e in ogni Pienezza si era abbassato fino a loro. Avevano sperimentato più volte anche come il Signore mettesse nel loro cuore le parole che gli stessi discepoli dovevano dire.

Nell'uomo del mondo la vista è sopravvalutata, nell'uomo spirituale invece viene data maggiore attenzione all'ascolto. E' pur vero che l'udito ha maggior profondità della vista. Già dopo pochi minuti probabilmente non sappiamo più definire dettagliatamente i lineamenti di un viso, mentre un discorso possiamo ricordarlo e ripeterlo perfettamente a distanza di anni.

Ecco, il Signore dice che gli occhi di carne saranno in grado di vederlo ancora per poco tempo; poi sarà il tempo dell'uomo rinato, illuminato dal Suo Spirito, che potrà "vederLo" solo con gli occhi del cuore. 

Solo lo spirito, e l'anima umana illuminata dallo spirito nell'uomo, è in grado di percepire lo spirituale, il Cristo trasfigurato. Allora sarà venuto il tempo dell'uomo nuovo, dell'uomo illuminato dallo Spirito Santo, che percepirà, vedrà in eterno il Signore.Non più un vedere superficiale, ma un vedere in profondità e all'interno, di Dio e di noi stessi. 

L'afflizione per il non vedere più il Signore nella maniera in cui si era abituati, si tramuterà nella gioia di poterLo sentire sempre dentro di noi; la Sua Voce che ci consiglia, i Suoi occhi che ci mostrano la realtà della vita.

I discepoli avevano pienamente ragione quando dicevano che il Regno di Dio era venuto a loro nel Signore, e si trovava accanto a loro e in mezzo a loro; ma questo non era ancora sufficiente per raggiungere e conservare pienamente l’eterna vita dell’anima. Ciò perché il Regno di Dio nel Signore era venuto sì ai discepoli, ma non per questo era già penetrato nel loro intimo, la qual cosa può accadere, e accadrà, solamente quando i discepoli senza nessun riguardo per il mondo avessero accolto interamente la Dottrina di Gesù nella loro volontà, e con ciò anche pienamente nella pratica. Una volta verificatosi questo caso, allora non diranno più: “Cristo - e con Lui il Regno di Dio – è venuto a noi e abita presso di noi!”, ma diranno, e diremo anche noi: “Ora non vivo più io, ma Cristo vive in me!”. Quando si sarà verificato questo caso per loro e per noi, allora lo comprenderemo anche noi pienamente, in modo vivo, come il Regno di Dio non viene all’uomo e nell’uomo con l’aspetto di sfarzo esteriore, ma si sviluppa solo interiormente all’uomo, e attira, consolida e conserva l’anima nella sua eterna vita.

Bisogna sì che all’uomo venga prima mostrata la via dall’esterno, mediante la Parola di Dio che viene all’uomo dai Cieli, e in tal caso si può dire: “La pace sia con te, poiché il Regno di Dio è venuto vicino a te!”. Ma non per questo l’uomo è già nel Regno di Dio, né il Regno di Dio in lui.

Ma se l’uomo comincia a credere senza dubitare, e mediante il suo agire secondo la Dottrina rende viva la fede, soltanto allora il Regno di Dio si sviluppa nell’uomo, così come in primavera comincia a sbocciare visibilmente la vita nella pianta a partire dall’interno, quando la pianta è illuminata e riscaldata dalla luce del sole e con ciò viene sollecitata all’attività interna.

Ecco, il nutrimento esteriore, il Pane della Vita, sta per andarsene da questo mondo. Ma ritornerà per sempre in coloro che assimilano in se stessi la Sua Dottrina per far rinascere lo spirito nell'uomo e con esso la vita eterna.

E la nostra afflizione si tramuterà in gioia.