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Verrò da voi.
Gv 14, 15-21

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Vedere e conoscere, riconoscere e percepire.

Quattro verbi, quattro azioni che contraddistinguono la vita del figlio di Dio. Il credere a Cristo, l’operare secondo la Sua Dottrina apre le porte a una vita nuova, alla vita eterna.

L’Amore di Dio, il Padre, ci manderà un altro Consolatore. Lo Spirito di Verità, che è la Volontà di Dio di aprirci appunto la porta a questa conoscenza profonda del Suo Essere; ecco la nostra gioia.

Gesù venne nel mondo, ma con mondo non si deve intendere la Terra quale portatrice di anime giudicate, che costituiscono la materia, ma solo ed esclusivamente gli uomini.

Il mondo, cioè gli uomini ottenebrati, ancora per un poco vedrà Gesù ancora per un poco, nella Sua veste corporale; poi Esso sarà visibile solo per coloro che riconosceranno il Suo Spirito nel cuore della propria anima. Riconosceranno anche se stessi e la propria natura divina, come luce uscita dalla Luce.

Ma in tale vita, in tale Luce nuova essi troveranno anche che necessariamente non sono soltanto Sue creature, bensì sicuramente i Suoi veri e propri figli, poiché albergano in sé qualcosa del Signore Stesso, che soltanto per la Potenza della Sua Volontà fu posto fuori dal Signore liberamente; infatti la loro luce (la loro fede) è simile alla Sua vera e propria Luce Originaria, e perciò ha in se stessa la piena Potenza e Forza che è nel Signore Stesso, e derivante da questa potenza anche il pienissimo diritto, non solo di chiamarsi, ma anche di essere completamente e pienamente Suoi figli.

Il mondo (gi uomini ottenebrati) invece non può vedere e riconoscere tale luce, perché la tenebra, che di per sé è uscita dalla Luce, non ha un’appropriata capacità di vedere, così essa non riconosce la Luce, che viene in tale tenebra per ritrasformare la stessa nella giusta Luce.

Noi invece questa Luce la riconosciamo e la riconosceremo sempre, dice il Signore, perché è già in noi e rimane in noi. Il riconoscere e, attraverso questo atto, il riconoscere se stessi grazie a questa Luce che penetra tutto il nostro essere, permetterà al nostro cuore di essere Tempio vivente dell’Amore di Dio (Padre) e della Sua Sapienza (Figlio), per una comunione senza fine e una nuova vita eterna e beata nel Regno di Dio.