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Chi crede in Lui non è condannato.
Gv 3, 16-18

Disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».

 

Dio è l’Amore, e il Figlio la Sua Sapienza. Ora Dio ha tanto amato il mondo che Egli ha inviato il Suo Unigenito Figlio, cioè la Sua Sapienza che procede eternamente da Lui Stesso, affinché coloro che credono in Lui non periscano, ma abbiano la vita eterna.

Adesso Gesù parla di pure di un Unigenito Figlio di Dio; prima aveva menzionato il Figlio dell’Uomo. Il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio sono un solo e medesimo essere?  Il capo, il corpo, le mani e i piedi sono carne e questa carne è un Figlio dell’uomo, perché ciò che è carne procede dalla carne. Però in questo Figlio dell’uomo, che è fatto di carne, dimora la Sapienza di Dio e     questa è l’Unigenito Figlio di Dio.

Dunque non l’unigenito Figlio di Dio, ma solo il Figlio dell’uomo avrebbe dovuto essere innalzato come il serpente di Mosè nel deserto, perciò molti si scandalizzeranno. E coloro che non si scandalizzeranno, ma crederanno e rimarranno fedeli al Suo Nome, Egli darà il potere di essere chiamati figli di Dio e la loro vita e il loro regno non avrà più fine.

Il mondo non deve essere giudicato da guerre, diluvi ecc. Dio non ha mandato il Suo Unigenito Figlio (la Sapienza Divina) nel mondo (ad incarnarsi nella forma umana) per giudicarlo (distruggerlo), ma perché divenga, per Suo tramite, pienamente beato, cioè affinché la carne non perisca, ma risorga con lo spirito a vita eterna. Con la parola carne bisogna intendere qui non tanto il corpo umano, quanto il complesso delle tendenze carnali dell’anima. Per raggiungere questo stato è necessario che le impure tendenze carnali dell’anima vengano annientate dalla fede, ovvero dalla fede nel Figlio dell’uomo, proceduto da Dio fin dall’eternità e venuto in questo mondo, perché coloro che crederanno e rimarranno fedeli al Suo Nome abbiano vita eterna.

Chiunque crederà in Lui non verrà mai più in eterno giudicato, ne mai potrà perire. Chi, invece, si scandalizzerà del Figlio dell’uomo e non crederà in Lui, egli è già dunque giudicato. Infatti, se egli non vuole e non può credere, essendo spinto dai suoi sentimenti di superbia a scandalizzarsi del Nome e dell’esistenza del Figlio dell’uomo, questo è già, di per sé, il suo giudizio.

Pertanto il giudizio consiste solo nella mancanza di fede, nell’incredulità in se stessa.

Il Giudizio è questo: sebbene la Luce di Dio sia stata inviata dai Cieli nel mondo, gli uomini, tratti fuori dalle tenebre e posti nella Luce, dimostrano tuttavia di amore molto più l’oscurità in cui erano avvolti, che non la Luce divina che sfolgora davanti ai loro occhi.

Coloro che agiscono così, sono gli stessi che poi operano anche malvagiamente, e chiunque si compiace di tali cose e agisce di conseguenza, è nemico della Luce. Egli la odia e farà di tutto perché non si faccia Luce intorno a sé. Poiché le sue perfide opere non sono tollerate dalla Luce, anzi sono da queste giudicate, egli non vuole che esse appaiano in tutta la loro oscenità e che vengano quindi condannate.

In questo consiste realmente il Giudizio; invece ciò che noi intendiamo per Giudizio, è la punizione che consegue al Giudizio.

Se amiamo camminare di notte, la nostra anima è già stata giudicata; infatti  preferiamoi la notte al giorno. Se inciampiamo con facilità, allora l’urto o la caduta non è più il Giudizio, ma è la conseguenza del Giudizio, che grava su di noi avendo amato la notte ed odiato il giorno.

Ma se noi siamo invece amici del giorno, della Luce e della Verità da Dio, allora agiremo in conformità  a questa e desidereremo che le nostre opere vengano alla Luce e siano manifestate a tutti. Chi è amico della Luce, non camminerà di notte ma di giorno, e riconoscerà subito la Luce, perché procede dalla Luce. Tale Luce è chiamata fede del cuore.

Chi crede quindi nel Figlio dell’uomo  e crede che Egli sia una Luce che arriva da Dio, egli ha già in sé la Vita, ma chi non crede ha già in sé il Giudizio, che è appunto la mancanza della stessa fede.

Nicodemo era andato da Gesù di notte e non di giorno, nonostante  abbia visto e sentito delle Sue Opere. E poiché è andato nelle ore della notte terrena, che corrisponde allo stato tenebroso della sua anima, è comprensibile che non comprenda  ancora chiaramente le  parole Di Gesù

Chi cerca il Figlio dell’uomo di notte, non potrà trovarLo così facilmente, poiché evita di cercarlo apertamente di giorno, temendo di essere screditato dagli altri.