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BEATO CHI LEGGE E BEATI QUELLI CHE ASCOLTANO LE PAROLE DI QUESTA PROFEZIA E FANNO TESORO DELLA PAROLE CHE VI SONO SCRITTE, PERCHE’ IL TEMPO E’ VICINO (AP.1,3)

 

Con la parola “beato” si intende l’equivalente di: “vivente attraverso l’Amore”.

Con la parola “chi qui legge” si intende: un uomo che accoglie la Parola nel suo cuore.

Con la parola “da ascolto alle parole di questa profezia” si intende: un uomo che, dopo aver accolto la Parola nel suo cuore, si orienta poi attivamente secondo la stessa.

 

L’uomo che così legge ed ascolta la Parola della profezia, serba veramente in modo vivente in sé ciò che sta scritto in essa. E questo è anche colui al quale “il tempo è venuto vicino”.

Ma cos’è questo “tempo”? Forse che questo “tempo” sia il giudizio universale?

 

Qui non si tratta assolutamente di questo! Infatti con il “tempo vicino” non è inteso un tempo della fine, ma un tempo della resurrezione. E quindi questo tempo vale soltanto per colui che accoglie la Parola in sé e vive conformemente ad essa, ma non anche per colui che non conosce assolutamente la Parola e non la vuole assolutamente riconoscere.

 

Chi però non ha attivamente in sé la Parola nel modo già reso noto, costui è un morto. Ma che cosa hanno a che fare i morti con il tempo? Ovvero quando è mattino, quando è mezzogiorno, quando è sera, quando è mezzanotte per un tronco d’albero secco e morto? Quando gli è vicino il tempo, quando gli è lontano? Da questo scorgerete certamente in modo chiaro che il discusso “tempo vicino” non è un tempo dei morti, ma un tempo dei vivi.

 

L'Apocalisse di Giovanni è un quadro morale dell'intero periodo che va dall’Ascensione del Signore fino ad ora e fino al ritorno di Cristo sulla Terra. Questa Rivelazione è già stata spiegata, studiata e sviscerata da parecchi. Eppure, ancora nessuno ha trovato la giusta chiave per dischiudere i libri di questa sacra Parola, e tanto meno per valutare rettamente le circostanze e i periodi di tempo, i quali tutti, dopo l’Ascensione, dovevano avvenire essendo l'uomo, come essere libero, padrone delle proprie azioni. Ora che ci troviamo quasi alla fine dell'intera profezia e la maggior parte è già passata, rileggiamo, passo per passo, questa Rivelazione. Così potrete poi giudicare voi stessi quanto lontani dal vero e proprio senso erano tutti coloro che volevano scoprire solo alla lettera ciò che può essere spiegato soltanto attraverso le rispondenze.

Fintanto che l'uomo non afferra il significato o il senso spirituale delle parole - ciò che si chiama corrispondenza - è inutile voler comprendere le parole di Cristo nel loro intimo senso.

 

Perfino nella lettura della sacra Scrittura si può riconoscere questo processo. Infatti, quanto più spesso le leggiamo, tanto più spirituale, spesso anche diverso dal passato, ci appare chiaramente il loro contenuto. Dobbiamo procedere dal criterio che solo Dio, quale sommo Spirito, può solo pensare e parlare spiritualmente. Ed anche che Dio riveste pensieri ed idee spirituali in parole a noi comprensibili, conformi al livello dello spirito umano. Perciò, per queste parole - così come noi le comprendiamo e leggiamo - questo non è di gran lunga il loro ultimo significato.

Così il Signore a suo tempo fece anche scrivere da Giovanni questa storia, adattando le Sue Proprie idee alla sua facoltà di comprensione. Se il Signore avesse parlato diversamente con lui, egli non Lo avrebbe compreso, avrebbe frainteso le Sue parole, oppure non si sarebbe forse neanche fidato di scriverle - per timore di diventare vittima di un errore.

Così, noi troviamo nell’Apocalisse (Rivelazione) solo immagini simboliche. Troviamo «l'Ira di Dio», le «piaghe» e molte altre cose che in quel tempo venivano spesso usate dai profeti stessi, ma che non sarebbero dovute essere comprese alla lettera. Il Signore, il Dio dell'Amore, non può esercitare né ira, né odio, né vendetta, cose queste assolutamente impossibili, anche se , quale Dio, potrebbe rimettere tutto immediatamente nel giusto ordine con l'improvviso annientamento oppure con la coercizione morale.

Dovrebbe forse pronunciare una maledizione sulle creature che - appunto perché il Signore le ha create libere - dovevano sbagliare e cadere in modo che esse riconoscessero le grandi qualità divine e il loro valore attraverso il loro contrario? Come potremmo noi apprezzare la luce se non sapessimo nulla dell'ombra o delle tenebre? Come potremmo apprezzare la benefica forza del calore se non conoscessimo il freddo? Come potremmo comprendere la sublime virtù, l'integrità, i sentimenti morali se non esistessero i loro opposti? Come potremmo concepire l'idea di un progresso spirituale se non conoscessimo la via che porta verso il basso?

Da ciò risulta che in tutti gli scritti del Vecchio e del Nuovo Testamento sono contenute certe cose che non vanno intese così come le esprime la lettera, esse sono bensì adeguate all'intendimento di quel tempo, eppure contengono in eterno il grande Germe dello Spirito. Perciò gli spiriti nell'altissimo aldilà e perfino gli spiriti angelici vi troveranno pur sempre qualcosa di più alto, quanto più in alto essi si troveranno e quanto più ampia sarà la loro visione spirituale. Così tutte le Parole del Signore sono per sempre una ricca miniera di tesori spirituali, che non si esaurisce mai perché , quale Spirito infinito, poteva pensare e parlare e far scrivere dai Suoi servitori solo in modo infinito.

 

Ora vogliamo procedere di un passo e cominciare con i primi capitoli della Rivelazione.

 Questi primi capitoli si occupano delle sette comunità esistenti dopo l’Ascensione del Signore, le quali, essendo le prime e le migliori, dovevano servire da base per conservare la Dottrina di Cristo ovvero l'esposizione e la spiegazione del culto religioso ebraico. Esse dovevano mostrare come si doveva passare gradualmente da ciò che era formale e cerimoniale alla comprensione spirituale per ridare il loro giusto ed effettivo valore alle verità fondamentali stabilite nella religione ebraica.

Queste comunità, che erano costituite soltanto da pochi eletti, quali iniziatrici - a prescindere dalla persecuzione ad opera di coloro che avevano un'altra fede - erano anche esposte all'errore della falsa interpretazione della Parola di Cristo. Da qui il simbolico accenno che i membri delle singole comunità dovevano attenersi alle loro guide, che, quali stelle o luci, avrebbero mostrato loro la via che essi avrebbero dovuto percorrere. E che anche le comunità (e i singoli componenti), in unità con le loro guide, avrebbero dovuto a loro volta divenire «lumi» o segnali indicatori per altri che ancora camminano nelle tenebre.

 

 Nei successivi capitoli seguono poi le ammonizioni alle singole comunità. Come ovunque, anche là arrivarono falsi profeti, divulgatori troppo zelanti e tutte le possibili deviazioni del cuore umano, appunto perché la comprensione della Parola del Signore venne intesa dai vari uomini anche in modo differente. Inoltre, queste comunità non erano tutte negli stessi rapporti, in parte tra di esse, in parte tra coloro con i quali vivevano, ed erano così esposte ad ogni genere di tentazioni.

 

 In queste sette comunità troveremo tutte le situazioni possibili che devono verificarsi tra persone che pensano liberamente: il zelante attaccamento ad una dottrina di fede così come il parziale abbandono della stessa, la comprensione zelante come pure il travisamento, i tentennamenti tra l'orientamento spirituale e quello terreno. Proprio così come nel caso nostro, che pur anche facciamo parte di una comunità, noi stessi possiamo sperimentare come il «né caldo, né freddo» può essere usato in ugual modo per noi, come allora, più di mille anni or sono. Così anche noi finiremo con entrare in dissidio con il mondo che ci circonda, quanto più vorremo aderire alla Dottrina di Cristo, e perciò il nostro agire verrà a trovarsi in opposizione a quello del resto del mondo. Così fu con la formazione di ogni nuova setta religiosa che credeva di aver imboccato una strada migliore. E così ora è presso di noi e sarà ancora presso molti altri che vorrebbero rendere la Parola di Cristo utile per il mondo.

 

C’è ancora qualcosa di significativo in questi primi capitoli, ossia che proprio il numero sette è menzionato come simbolo spirituale (sette stelle, sette comunità ecc.).

Per meglio evidenziare il numero sette, si può far presente di sottoporre prima ad un'osservazione più attenta tutti i numeri dispari, affinché possiamo comprendere meglio l'importanza degli stessi e quindi i numeri come il 3 o il 7.

Se osserviamo attentamente il sette oppure anche il tre, - se vogliamo giudicare in modo un po' simmetrico – ci si accorge che nel caso del tre, i due (singoli) componenti vengono a trovarsi da una parte e dall'altra e, nel caso del sette, tre ad ogni lato: (* * *  * * * *)

Infatti, inteso spiritualmente, un'armonia è possibile solo quando una base fondamentale o un punto centrale si trova là dove tutto gli si muove attorno, tutto dipende da esso e si appoggia ad esso. Ora, nel caso presso le due coppie del tre, dovete sempre prendere il numero mediano quale punto centrale, dal quale gli altri numeri dipendono relativamente e sono scaturiti da esso, oppure sono giunti ad una spiegazione soltanto attraverso di esso. Così pure con il sette, dove i tre da ogni lato sono i fattori edificanti, complementari e unificanti il tutto.

Prendiamo ora i sette spiriti di Dio (le Sue sette qualità), così troveremo l'Ordine al centro; infatti, senza Ordine nulla può esistere, e così esso è il pilastro fondamentale di tutto ciò che è stato creato per essere conservato. Voi vedete che in questo, nonostante l'Ordine sia scaturito dall'Amore, dalla Sapienza e dalla Volontà, tuttavia l'Ordine deve essere la base delle prime e delle successive qualità, ossia la base della Serietà, della Pazienza e della Misericordia.

Prendiamo le prime tre qualità: Amore, Sapienza e Volontà, così è di nuovo la Sapienza, pari all'Ordine, il pilastro fondamentale delle prime tre. E se prendete le ultime tre, allora la Pazienza è il centro tra la Serietà e la Misericordia, poiché se Dio ha creato esseri liberi, a Lui simili, in tal caso deve esserci dapprima la Pazienza affinché Dio non abbia a distruggere la Sua propria Opera.

 

Ciò che è stato presentato ora, facendo riferimento alle Qualità o Spiriti di Dio, lo possiamo anche sperimentare nella legge dei sette colori e delle sette note che sono ugualmente rispondenze materiali delle Qualità spirituali.

 

Passando ai prossimi capitoli, vedremo come la Rivelazione presenta grandiosi quadri di tutte le fasi del insegnamento religioso del Signore, così anche le spiegazioni dovranno mostrarvi come se tutto fosse già avvenuto. Come fra breve il Regno dei Mille anni dovrà stabilire quest'armonia, che un tempo regnava fra il Signore  e i Suoi discepoli e che verrà stabilita più tardi tra il Signore e l'intera umanità, affinché vi sia Un solo Pastore ed un solo gregge.

 

Il quarto capitolo commenta una visione di Giovanni che gli mostra il Signore e Creatore quale il Sommo dei Cieli, appunto nell'immagine che i viventi di quel tempo erano abituati a vedere: seduto su un trono, circondato dagli anziani e dagli altolocati che erano ornati di corone dorate. Qui voi vedete di nuovo che il Signore, per essere compreso, dovette servirSi dell'intelligenza di Giovanni. Così pure il numero degli anziani, il 24, è quel numero che avevano i gran sacerdoti di Gerusalemme, mentre il 25 rappresentava l'intero consiglio con il sommo sacerdote.

 

Per quanto riguarda le quattro bestie e il mare di vetro, gli animali stessi sono attributi personificati dello Stesso Io Divino: il «leone quale Forza o Onnipotenza», il «vitello quale simbolo della mansuetudine», «l'uomo quale potenza spirituale» e «l'aquila quale dominatore dell'etere universale». Che questi animali fossero tutti quanti ornati di molti occhi ed avessero anche ali come le aquile, ciò sta a significare il dominio generale sulla terra e sui Cieli. Il «mare di vetro, invece, rappresenta l'Onniscienza», il che voleva dire che davanti all'occhio di Dio tutto è trasparente e il Suo sguardo vola attraverso l’intero l'universo con la velocità di un'aquila. Con la forza di un leone Egli regna su tutto, con la mansuetudine di un vitello Egli appiana tutti gli inconvenienti, e con lo Spirito, pari ad un uomo quale Sua immagine, Egli nobilita e spiritualizza tutto affinché perfino ciò che è materiale giunga un giorno colà da dove esso è uscito. Dopo che tutte le forze della creazione, consapevolmente e inconsapevolmente, si piegarono davanti all'Unico-Signore, anche gli anziani caddero sui loro ginocchi, che rappresentano il grande mondo spirituale dell'aldilà, per offrire al Creatore la lode che gli spetta.

 

Così fu mostrato a Giovanni, dapprima nella rispondenza figurata, ciò che è la Maestà di un Dio, prima che egli fosse in grado di comprendere chi era Colui del quale Egli disse che sarebbe sceso su questa piccola Terra per salvare gli uomini dalla totale perdita della loro dignità spirituale. Questo è l'inizio del grande processo di fermentazione che spiritualmente ebbe inizio su questa Terra, affinché la purissima Dottrina venisse fattivamente fondata, tanto è vero che il Signore, quale umano Figlio terreno, con il Suo massimo abbassamento, portò di nuovo la massima dignità umana agli abitanti della Terra.

Ciò che l'ha contrastato nel corso dei tempi e quale sarà il risultato finale di tutto questo ce lo descrivono i seguenti capitoli, in immagini corrispondenti, così come accadde in realtà, in cui il Divino venne dapprima innalzato dagli uomini e dopo abbassato - ma alla fine, quale vittoria dello Spirito sulla materia, esso porterà un permanente Regno di pace e di tranquillità.


Il quinto capitolo mostra a Giovanni un libro scritto da tutte le parti, chiuso con sette sigilli. Ciò significa l’unica e vera Dottrina di Cristo contenuta in due comandamenti che Esso diede agli uomini. Questo annuncio attraverso il Figlio dell'Uomo, quale «agnello» - simbolo dell'innocenza e della sopportazione -, significa «desigillare» con le sette qualità di Dio il sigillato libro della Vita, in modo che Egli lo rendesse noto all'intera Creazione e in particolare agli uomini della Terra.

 

Il primo sigillo presenta l'immagine di un cavallo bianco che esce dal libro come simbolo dell’Amore di Dio onnicomprensivo, coronato da tutte le altre qualità e con un arco per colpire anche i cuori più duri, in modo che un giorno tutto si sciolga in Amore. Per Amore fu creato il mondo, per Amore il Signore scese sulla Terra e dall'Amore dovrà essere costituita la prima pietra che dovrà fondare la divina Dottrina di Cristo sulla Terra e che mai verrà vinta.

 

Il secondo sigillo portava un cavallo rosso, simbolo della Sapienza, o detto umanamente, della mente, della facoltà di giudicare che vuole soppesare tutto in modo critico. Essa paragonerà la divina e celeste Dottrina con l'essere materiale e con ciò scoprirà le differenze. Perciò il risultato non sarà pace, bensì lotta, come le passioni umane che entrano in conflitto con i princìpi dell'uomo animico spirituale, da cui scaturiranno poi il fanatismo da una parte, e dall'altra le esteriori guerre di religione e le interiori lotte di coscienza - quali necessarie conseguenze, ove due estremi si confrontano in opposizione.

 

Il terzo cavallo che uscì fuori era nero ed aveva una bilancia in mano. Era la ferma e giusta Volontà che imperturbabile si è proposta di perseguire lo scopo finale, attraverso tutti gli ostacoli. La Volontà è anche corrispondente alla Giustizia che soppesa le azioni e dove i buoni ricompensano se stessi e i cattivi castigano se stessi. La Giustizia dovrebbe regnare ovunque, nelle cose della fede, come nella vita sociale. Cristo insegnò agli uomini a meglio comprendere la Dottrina che essi avevano. Cristo insegnò loro l'Amore e la Sapienza la Quale "istruisce" l'Amore sulla giusta misura. Cristo insegnò loro la tolleranza o giustizia verso tutti, e così questi tre sigilli sono la chiave di come dovrebbe diffondersi la Dottrina di Cristo se con essa si vorrà raggiungere la nobilitazione del genere umano.

 

 Il quarto sigillo vi mostra un cavallo scialbo, ossia di colore indefinito, né freddo, né caldo, oppure figurativamente, come sta scritto, la morte. Infatti la morte non determina una fine, bensì soltanto una trasformazione. E così anche il colore del cavallo corrisponde alla via della trasformazione, attraverso la Dottrina di Cristo, procedendo o verso l'alto o verso il basso; verso l'alto, verso la spiritualizzazione più elevata accettando la stessa, o verso il basso, nell’animalizzazione delle qualità più nobili che il Signore, quale Creatore, ha deposto nel cuore umano. Questo sigillo corrisponde all'Ordine ovvero al procedere, secondo le leggi divine, di tutto ciò che è stato creato.

 

Ciò conduce poi, in modo del tutto naturale, alla spiegazione del quinto sigillo, dove sono rappresentate figurativamente le vittime che, per amore della Dottrina, cadono materialmente attraverso le passioni dell'uomo. In ciò è anche già abbozzata la vittoria che verrà assegnata a chiunque porta allo spirituale il massimo che ha sulla terra, la sua stessa natura e il suo corpo materiale come offerta. Come in precedenza la Giustizia veniva rappresentata dalla bilancia, vengono qui rappresentate corrispondentemente la ricompensa e le gioie più sublimi che spetteranno a coloro che nel mezzo della battaglia saranno in grado di tenere alto il vessillo del loro Dio e della Sua Dottrina.

 

Il sesto sigillo vi mostra una totale rivoluzione sull'intero globo terrestre, ciò che corrispondentemente significa: l'impulso verso la Dottrina spirituale vorrà cambiare tutti i rapporti sociali. La zelante fretta di raggiungere una cosa, spronerà gli avversari ad ugual fretta. Ci saranno guerre e devastazioni interiori ed esteriori, i potenti infurieranno contro i popoli deboli e i popoli deboli contro i potenti quando i loro diritti verranno troppo limitati. Così la religione dell'amore, della pace e della sopportazione, in lotta per la propria sussistenza, richiamerà solo l'opposto e queste potenze contenderanno così a lungo fra di loro fino a che vincerà lo Spirituale. Questo sesto sigillo corrisponde quindi alla Pazienza, che non vuole significare altro che: tutte le aspirazioni contrarie sono vane! Dove un Dio vuole far valere il Suo diritto divino, perfino le pietre devono cedere, poiché Suo è il diritto e la Gloria in eternità.

 

Coloro che sono contrassegnati con il sigillo corrispondono a coloro che avevano vinto e ai quali furono assegnate le beatitudini, delle quali Gesù un tempo disse: "Coloro che credono nella Mia Parola e che agiscono in conformità, godranno nell'aldilà le beatitudini che nessun occhio umano ha mai visto, né sentito". Queste beatitudini sono già annunciate dall'abito, quale bianca veste, corrispondente all'innocenza. Ed i segnati riceveranno il premio per tutte le sofferenze e le afflizioni che essi hanno sopportato per il Signore e nel nome della Sua religione.

Così si svilupperà gradualmente l'intero quadro, nel quale viene rappresentata in modo chiaro l'intera storia della Dottrina del Signore in quei periodi di tempo, dalla prima parola d'Amore fino a tutte le guerre di religione, persecuzioni e fanatici sacrifici dei sacerdoti.

 

L'apertura del settimo sigillo, oppure la fine dell'intero processo di evoluzione, dove, nonostante tutte le piaghe e gli orrori, sarà solo la Misericordia ad esplicare la sua ultima opera, è rappresentato dai sette squilli di tromba e dalle piaghe successive che saranno solamente mezzi di purificazione per ricondurre gli uomini al bene. Gli squilli di tromba sono ugualmente rispondenze dei molti mutamenti morali-spirituali che si verificano nell'animo umano non appena la spada a doppio taglio del dubbio attacca e il sospetto dell'incredulità brandisce il suo flagello.

 

Così, metaforicamente, i profumi bruciati (l'offerta) sull'altare dell'Amore divennero una piaga per l'umanità egoista. Come tutto rinsecchì metaforicamente, così l'uomo chiuse in generale il proprio cuore a tutte le nobili qualità, non volle saperne di una qualsiasi religione che richiedesse sacrifici e che volesse imbrigliare le sue passioni terrene.

 

Come il fuoco, metaforicamente, tutto distrugge, così anche le passioni egoistiche distrussero di nuovo tutto il bene. Persecuzioni subentrarono alla tolleranza nelle cose della fede, col sangue si cercò di estinguere ciò che era soltanto di natura spirituale, e proprio per questo inestinguibile. Così era ancora ai primi tempi del cristianesimo sotto i romani, dove esisteva ogni possibile orrore di fanatici costumi religiosi ai quali i sacerdoti pagani imprimevano lo stampo di consacrazione religiosa.

 

Ciò che accadde a singoli uomini, venne in seguito esteso alle grandi masse: quanto più aumentavano i credenti, tanto più crescevano le persecuzioni contro di essi; quanto più grande era lo zelo per la pura Dottrina, tanto più numerose le vittime della morte per martirio. E così, dopo la caduta dell'impero romano, si instaurarono nuove condizioni, dato che due vescovi sedevano sul trono, uno a Bisanzio e l'altro a Roma. Mai uniti tra loro, essi sostennero sempre questa disarmonia per i propri vantaggi. Come in passato sotto i pagani ci furono persecuzioni di cristiani, ora venivano perseguitati in massa dai papi quegli uomini che non credevano ciò che i papi ritenevano giusto o che conveniva loro dichiarare giusto, in quel determinato momento.

 

Dal tempo della divisione dell'impero romano, quando in seguito il vescovo di Roma divenne un papa, ebbero inizio le guerre di religione, le discordie dei concili, le persecuzioni ad opera delle inquisizioni ecclesiastiche, l'asservimento dei re ai papi ed infine le crociate. Poi gli sforzi della riforma e le sue sanguinose conseguenze in tutti i Paesi, come anche attraverso il mescolamento delle razze umane lo sviluppo delle varie malattie, come la peste ecc. Tutto questo viene rappresentato metaforicamente dagli squilli di tromba, nonché dalle coppe d'ira, come pure la corrispondente immagine spirituale della «lotta della donna con il drago»: immagine della battaglia delle passioni umane e degli interessi mondani contro il progresso spirituale e la Dottrina d'Amore, inoltre le doglie di parto per portare a termine l'opera iniziata, e la violenta lotta che il maligno istigava contro tutti coloro che si volgevano allo Spirito.

 

Tutte queste immagini contemplate da Giovanni non esprimono nient’altro che la violenta resistenza che doveva suscitare la Dottrina di Cristo e il naturale procedere, come tra il bene e il male in cui il bene, tuttavia, alla fine deve vincere e vincerà.

 

Non scandalizzatevi per la forma delle immagini, esse erano adeguate alla facoltà di comprendere e al modo di scrivere di quel tempo. In altro modo non si poteva intervenire per secoli sull'umanità che poco conosceva l’Amore e che, al massimo, indietreggiava davanti alla paura. Se il Signore, quale Dio dell'Amore, avesse fatto scrivere l'intero processo di evoluzione fino al giorno d'oggi nel linguaggio corrente, le parole si sarebbero spente e nessuno si sarebbe occupato del loro senso spirituale.

 

 Gli «scorpioni», i «draghi dalle 7 teste», le «10 corna» e le «corone d'oro» significano le molteplici interpretazioni della Dottrina di Cristo e come essa, a volte sostenuta dal potere mondano, costrinse gli uomini ad accettare certi dogmi e cerimonie religiose, dai quali nacquero poi molte sette religiose.

 

Le immagini mostrano il dominio della chiesa, noto dalla storia, e i mezzi dei quali essa fece uso per giungere al potere e come gli uomini furono vittima del pieno fanatismo della chiesa romana e delle sue Inquisizioni. La descrizione successiva mostra come alla fine la foga religiosa diminuisce di nuovo gradualmente e la materialità apparentemente riporta la vittoria, come l'oro e l'argento vengano ora ricercati di più che la ricchezza spirituale, e questo lo potete leggere nei seguenti capitoli: l'ascesa vittoriosa del maligno sotto il manto del culto religioso, poi, attraverso le scoperte delle scienze, la decadenza del primo, ma anche di ogni religiosità, e il passaggio al materialismo. Così in queste immagini viene predetta la caduta della chiesa romana, non però come se il Signore la respingesse, bensì come essa stessa si sia data al decadimento e come debba avere la sua ricompensa per le sue proprie opere.

I «profeti uccisi» significano il martirio dei tempi passati quando certi uomini entusiasti di Dio dovettero salire sul rogo. In nessun secolo il Signore tralasciò di inviare risvegliatori profetici in modo che l'umanità non si lasciasse totalmente assopire nel sonno spirituale.

 

Le «coppe d'ira e i loro singoli effetti» significano le epidemie e le guerre che l'umanità ha provocato, in parte con la propria vita contro natura, in parte inscenando essa stessa arbitrari orrori. Ancora adesso potete constatarlo voi stessi come gli effetti dell'egoismo, del materialismo, delle passioni sfrenate, in generale e come nei singoli, causano sciagure di tutti i generi: sciagure per mare e per terra, sciagure attraverso fenomeni elementari causati dalla cattiva amministrazione degli uomini con il loro stesso suolo terrestre, suicidi ed omicidi di ogni forma come risultati della mancanza di sentimento religioso, mancanza di fede in un altro mondo ecc.

Raccogliete tutto questo e mettetelo per iscritto nel linguaggio figurato dell'Oriente, come lo fece allora l’apostolo Giovanni, e alle sette coppe d'ira voi potreste aggiungerne ancora delle altre che descriverebbero altrettante spaventose condizioni.

 

Così, la Dottrina di Cristo attraversò tutte le fasi di cui è capace l'animo umano, dalla purissima pietà fino alla più crassa incredulità e al rigetto di tutto ciò che fu donato. Posiamo vedere, in immagine davanti a noi, la rigida osservanza dei Comandamenti, con l'esposizione pedantesca delle parole del Signore, fino al totale rifiuto di tutto lo Spirituale predicato, attraverso mille voci, nella natura visibile ed invisibile. Ciò fu dato sotto forma di richiami ammonitori e squilli di tromba, ai quali però, a causa della mancata osservanza, seguirono i fatti o i castighi. Dalle coppe d'ira e dal loro riversarsi - come simbolo che il malvagio e ciò che è moralmente e fisicamente contro natura deve punirsi da sé – possiamo vedere tutto davanti a voi: come le sette qualità di Dio stimolino gradualmente al bene, come la libera natura dell'uomo si opponga ad esso, come seguano deviazioni su deviazioni, errori su errori. Come sia vano qualsiasi sforzo di togliere del tutto dalle teste degli uomini le Parola di Dio e come perfino il peggio debba condurre e condurrà al Bene.

Questa annosa lotta del drago contro il Cielo, questa persecuzione della Donna con il Bambino Cristo, quale Fondatore di pace, tutto questo sarà ora chiaro davanti agli occhi. E sarà tra l'altro anche chiaro che dopo il lungo ondeggiare, di qua e di là, debba subentrare una scelta dove viene definito chi è il vincitore e chi il vinto!

 

“Ed apparve un grande segno nel Cielo: una donna, vestita di sole, la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per il travaglio del parto e a causa di esso aveva pene e doglie. Ed essa partorì un figlio maschio, il quale avrebbe governato tutte le nazioni con scettro di ferro. Ed il figlio suo fu rapito presso Dio e il Suo trono”. (Apocalisse, cap.12, v. 1, 2, 5)

 

Cos'è dunque la «donna» che appare nel Cielo vestita di sole? La «donna» è la nobile immagine di un essere umano senza forza procreatrice, ma del tutto idoneo alla procreazione e ricettivo. Perciò questa donna è una perfetta immagine e somiglianza dell'uomo, quindi non un'immagine deturpata dell'uomo, non un essere dissimile.

Così ugualmente anche la Dottrina di Cristo, che sicuramente appare nel più alto dei Cieli perché la sua provenienza è nel Signoire e dal Signore, similmente alla donna è una perfettissima immagine e somiglianza dell'uomo spirituale, di per sé incapace di generare. L'uomo però attraverso la Dottrina diviene capace di accogliere tutto il bene dell'amore, che qua è il puro, celestiale amore a Dio, quale eterna Vita dello Spirito dal Signore. Questa Vita è qui il «Bambino», col quale la Mia Dottrina diventa fertile nel cuore dell'uomo.

Qui però si parla certamente soltanto della pura Dottrina del Signore come di una perfetta donna celeste, quindi non una dottrina fuorviata e nemmeno una donna scimmia. Che questa «perfetta donna, o la pura Dottrina del Signore», sia certamente rivestita del Sole o della Luce (del Signore) di tutte le luci, perché essa proviene dal Signore Stesso, ciò è facilmente comprensibile!

Ma dato che appunto «questa perfettissima donna celeste, o la purissima Dottrina del Signore», è soltanto atta ad accogliere l'Amore celeste dal Signore, essa con i piedi calpesta la luna, quale instabile simbolo dell'amor proprio o amore per il mondo, come una polarità diametralmente opposta al suo puro essere celeste. Così essa è anche adornata di «dodici stelle», ovvero dei Dieci Comandamenti di Mosè ed, alla sommità, i due Comandamenti dell'Amore cristiano, ma non rappresenta i dodici apostoli e tantomeno le dodici tribù di Israele, bensì - come già detto - è adornata di tutte le dodici Leggi dell'eterna Vita.

La donna, o la Dottrina proveniente dal Signore, operante nell'uomo, diventerà, e lo è già, incinta. Di che cosa? Non avete mai sentito qualcosa della rinascita? Non sta scritto: «Colui che non rinascerà nello Spirito, non potrà entrare nel Regno di Dio!».

Vedete: «il figlio», di cui la donna è incinta, è il puro amore a Dio che però, attraverso molteplici abnegazioni di se stesso, fa molto male all'uomo esteriore, fino a che quest'amore celeste nello spirito dell'uomo diverrà maturo, attraverso se stesso, per la magnifica rinascita all'eterna Vita.

Voi certamente però non dovete immaginarvi che la semplice Dottrina sia la descritta «donna incinta», bensì solo la viva Dottrina operante, accolta nella fede dell'uomo, è la descritta donna incinta, dalla quale nascerà l'amore a Dio come un nuovo bambino e questa è appunto la rinascita all'eterna Vita.

Il figlio, però, è un maschio! Perché dunque non una femmina, quindi una donna nella sua formazione? Perché in quest'amore, come è nell'uomo e non nella donna, sta e deve trovarsi la creativa forza generatrice.

Questo «figlio, o l'amore a Dio» (ossia l'amore divino), nato dalla Dottrina di Cristo nello spirito dell'uomo, con scettro di ferro, ovvero con l'inflessibilissima Forza di Dio, domerà tutte le popolazioni o tutte le esigenze e le passioni sensuali del mondo, e con ciò per iniziativa del Signore condurrà a Se Stesso lo spirito dell'uomo, tutte le sue inclinazioni, ed egli attingerà la sua delizia dal trono del Signorev che è in eterno la vera Sapienza dal Signore!

Vedete, questo è il senso, oltremodo facile a comprendersi, di questi versetti, così tutto deve quindi essere osservato e inteso in questa unicamente vera Luce.

 

Noi ora andiamo incontro a questo periodo; esso è rappresentato dal quadro del Regno di Mille anni, quale vita spirituale di pace, che spetterà a coloro che non sono segnati con il segno della bestia, bensì con il segno di Dio.

Come già prima dell’incarnazione del Signore imperava una battaglia spirituale tra lo Spirituale e il materiale in forma blanda, e come dopo l’Ascensione questo processo di separazione dovrà anche portare ad un risultato finale, così ora a questa battaglia più che millenaria dovrà seguire un tempo di pace. Allora gli uomini cominceranno di nuovo ad essere uomini, come Dio li creò e come li vuole avere, se essi vogliono chiamarsi figli di Dio.

 

Questo sarà il tempo del resoconto, il tempo in cui lo Spirituale avrà sconfitto il materiale, dove l'uomo si sentirà cittadino di due mondi, di casa sia nell'uno che nell'altro, affinché la Parola del Signore venga finalmente compresa e l’incarnazione del Signore sulla  Terra venga apprezzata, nella completa luce della sua divina missione, e seguita con amore. Questo sarà il tempo in cui, mentre il drago è sconfitto e prigioniero, i dieci Comandamenti di Mosè e i due dell’amore dati da Cristo verranno compresi in tutta la loro portata. In questo tempo di pace e tranquillità anche il Regno spirituale potrà assumere la sua parte attiva, affinché coloro che saranno rimasti indietro, riscaldandosi per l'esempio degli uomini viventi, possano progredire più facilmente di quanto fu loro possibile fino ad ora.

 

Questo tempo sta nella Rivelazione sotto il titolo di «Regno di Mille anni» oppure «La Nuova Gerusalemme». Infatti un tempo Gerusalemme era il luogo dove nel tempio veniva conservata l'Arca Santa del Patto, dove ardeva l'eterno fuoco e solo i salmi e l'offerta odorosa sull'altare dei sacrifici annunciavano il purissimo servizio divino per IEOUA. Questa Gerusalemme che fu inquinata e dissacrata dai suoi stessi sacerdoti, che, con la morte provata dal Signore Dio come Uomo in quel luogo, si è caricata di maledizioni anziché di benedizioni - questa Gerusalemme alla quale dai profeti fu predetta la caduta e fu dal Signore confermata - scenderà di nuovo spiritualmente sulla Terra. Sarà come nello splendore dei suoi primi tempi, portando pace e tranquillità a tutti coloro che credono in Colui che un tempo ha predicato in quella città, che ha sofferto e fu crocifisso, ma che è di nuovo risorto.

 

Questa città, quale simbolo della prima comunità del Creatore con le Sue creature, scenderà con la palma della pace per tutti coloro che, dopo battaglie e sofferenze, avranno conquistato la figliolanza di Dio.

Come gli ebrei un tempo conoscevano soltanto una Gerusalemme, così pure ci sarà poi anche solo una Chiesa. Ci sarà Un solo Pastore ed un solo gregge! Le sette religiose scompariranno e il Dio, Creatore e Signore che un tempo camminava come Uomo sulla Terra, verrà riconosciuto per Quello che Egli era, che è e che in eterno sarà quale vostra Guida e Padre di tutti.

La comunità del mondo spirituale verrà innalzata anche per il fatto che il Signore Stesso in Persona verrà visibile ai Suoi figli, per consolarli e dimostrare loro fattivamente che si adempirà tutto ciò che Esso disse un tempo, ciò che scrissero i Suoi apostoli e ciò che Giovanni disse nella sua Rivelazione. Quando saranno cessate tutte le guerre spirituali e materiali, tutti  comprenderanno facilmente il Vangelo ed adempiranno anche volentieri i due comandamenti che hanno inizio con l'amore per il prossimo e hanno termine con l'amore per Dio.

 

Ma anche a questo Regno di Mille anni seguirà ancora un'altra epoca in cui la natura umana-animale farà il suo ultimo sforzo e il grande spirito caduto vorrà requisire i suoi discendenti. Ma il suo sforzo sarà vano ed anche a lui stesso verrà presentata la domanda, avanti o indietro, e dovrà decidere per il suo ulteriore essere o non-essere!

Tutto questo è il vero e proprio soggetto di base della Rivelazione di Giovanni. Esso è dato simbolicamente, ma se letto con gli occhi spirituali e con il linguaggio delle rispondenze, esso  mostrerà chiaramente come questo piccolo fiorellino d'Amore che il Signore piantò nei cuori degli uomini non potrà mai essere sradicato. E come, nonostante tutti i piani dei potenti in senso spirituale o materiale, questo Germe di Origine Divina non potrà mai essere annientato. Infatti, l'Amore costituisce la caratteristica fondamentale del proprio Io Divino e fu il motivo per cui Dio ha creato tutto l'Universo!

 

Come potrebbe perdersi, farsi distruggere questa Scintilla? Invano tutti cercarono di scuotere quest'edificio, invano uomini cercarono di esporre falsamente le parole di Gesù. Tutto ricadde di nuovo su di loro ed essi dovettero raccogliere ciò che avevano seminato. Così noi vediamo ora svanire a poco a poco tutte le interpretazioni scientifiche e cavillose delle Parole d'Amore della Sacra Scrittura, come neve davanti al Sole della Verità.

Quanto più grande sarà la resistenza da una parte, tanto più rapidamente si compirà il processo dall'altra parte. E così anche il risultato finale di tutto questo operato promuoverà solo la Dottrina di Cristo, la metterà nella giusta luce e così preparerà sempre più il passaggio al Regno dei Mille anni. Allora la Nuova Gerusalemme, quale tempio simbolico della pace, ristabilirà il collegamento tra il Signore, l'umanità e il mondo spirituale, dove né gli squilli di tromba né le coppe d'ira produrranno effetti devastanti, bensì dove il vostro globo terrestre con gli esseri viventi su di esso, come pure il regno animale e vegetale, accoglieranno l'identico tipo di Amore come lo avranno gli uomini stessi.

 

Tutto il genere umano, unito dai vincoli dell'Amore, si sosterrà a vicenda, dove non ci sarà padrone e servo, bensì il vincolo dell'Amore tra fratelli e sorelle congiungerà interi popoli,  dove scompariranno i confini territoriali, e i potenti e i papi non avranno più influsso, gli uni facendosi pagare con le forze fisiche, gli altri con quelle spirituali.

Anche nel loro interiore, gli uomini, guidati da una religione razionale, ascolteranno più facilmente i suggerimenti di altri spiriti e perfino della Stessa voce del Signore, e le presteranno fede. In tal modo, perfino il rapporto con il mondo spirituale sarà poi divenuto un mezzo di collegamento che bandirà da questo mondo la morte con i suoi orrori e vi presenterà l'altro mondo così come è in realtà.

Abbiamo ora una spiegazione spirituale molto ampia della Rivelazione di Giovanni. Tuttavia non così come il mondo se l'aspetta dal Signore, ma tale che il mondo possa capirla quando avrà imparato a leggerla con occhi spirituali. Le immagini restano immagini, e alla base di ogni immagine c'è sempre un pensiero che cerca poi di esprimersi individualmente nelle forme. Così voi dovreste intendere le immagini dell'Apocalisse non alla lettera, poiché non giungereste a capo di nulla, altrimenti risulterebbero innumerevoli contraddizioni.

Si deve anche pensare che nel Regno spirituale vige un'altra associazione di idee e pensieri rispetto a qui presso di noi uomini viventi e che perciò le visioni, come quelle viste da Giovanni, debbono avere un altro carattere rispetto al nostro discorso da voi ora adottato e ben ordinato. Infatti, già nei primissimi tempi l'espressione del pensiero non era un linguaggio parlato, bensì figurato; gli antichi egizi hanno perfino scritto e riempito i loro monumenti di tali segni.

Ancora adesso nelle lingue orientali è in uso il linguaggio figurato. Questo è un residuo di un'epoca remota, in cui l'umanità era più vicina alla sua Fonte Originaria e dove anche il suo modo di esprimersi era più prossimo al mondo spirituale.

Tutte queste prove dimostrano che anche dopo il passaggio ad una vita più elevata, in funzione del grado del progresso spirituale, il linguaggio e la comunicazione tra gli spiriti sarà un'altra rispetto alle lente parole, parole che spesso usiamo in abbondanza per esprimere un solo pensiero. Perfino l’intera Creazione che cos'è altro per noi tutti se non un linguaggio figurato? Ed essa resterà tale fino a che noi potremo riconoscere il perché spirituale che sta più nel profondo, perché tutto è costituito così e non diversamente. E come noi abbiamo il nostro linguaggio, come il Signore ha il Suo nella natura visibile, così anche gli spiriti delle regioni più alte hanno il loro linguaggio per comunicare, che in apparenza si fa sentire diversamente da ciò che realmente è in esso celato. Da qui la vana fatica dei nostri studiosi di rivestire le immagini di natura spirituale con parole terrene. Questo è anche il motivo di queste attuali parole che, oltre alla spiegazione di una grande Rivelazione, servono anche a introdurvi di un passo in più nel governo della Casa di Dio.

Comprenderemo da soli le immagini pacifiche e verranno spiegate solo le più severe della Rivelazione, dove apparentemente governa solo l'Ira di Dio e l'inesorabile vendetta, in modo che  anche in queste immagini non siamo tentati a misconoscere quel Dio che è solo Amore.

 

Si avvicinerà un tempo in cui il vento spirituale, che già ora si sta manifestando nei suoi movimenti, soffierà più forte, dove noi non dovremo essere pari a canne al vento, piegandoci una volta di qua, una volta di là, bensì dovremo percorrere con precisione la Via che Cristo ha tracciato. Sorgeranno falsi profeti, come sta scritto plasticamente nella Bibbia. Si farà vilipendio della purissima Dottrina, della comunicazione degli spiriti, anzi di tutto quanto, purché serva all'uomo per soddisfare le sue passioni animalesche. E prima che il Regno della Pace possa avvicinarsi, verranno riversate dagli uomini stessi ancora diverse coppe d'ira sull'umanità, poiché i partiti si affronteranno sempre più aspramente, spiritualmente e materialmente, quanto più il tempo procederà verso la sua conclusione. Attraverso questa lotta si verificheranno le profezie riguardo le ultime coppe d'ira, alle quali - dopo che ogni opposizione non servirà più a nulla - seguirà abbattimento, lamenti e pianti. Gli uni sconsolati, gli altri confortati, attenderanno con rassegnazione la fine ed anche la vittoria della buona causa.

 

La maggior parte della Rivelazione, quale crisi di evoluzione, è passata, rimane ancora il peggio. Ma pazienza e fiducia nel Signore! Vogliamo diventare o essere i Suoi figli?! Mostriamoci quindi degni di questo nome e la palma della vittoria, come la Rivelazione stessa lo esprime, non ci mancherà.

Dobbiamo essere preparati a tutto! Non il Signore, bensì la natura animalesca degli uomini, l'incredulità artificiosamente prodotta dagli uomini, la loro irrefrenabile sete di potere e avidità di danaro contribuiranno anche all'adempimento di queste coppe d'ira e delle immagini delle trombe.

 

Deve infatti verificarsi in modo naturale un Processo di Purificazione, prima che il Signore possa mettere di nuovo piede sul globo terrestre. Come quando il tempo è afoso il temporale purifica l'aria scaraventando a terra con violenza tutti i vapori dannosi, affinché spiri di nuovo aria pura, così avviene anche nel processo di purificazione spirituale: essendo forte la resistenza, debbono verificarsi forti esplosioni senza le quali non sarebbe possibile un equilibrio.

Sulla Terra avrà termine ogni lotta quando tutti i partiti riconosceranno la loro impotenza e l’ Onnipotenza  di Dio contro la Quale qualsiasi resistenza è vana.

 

Così prendiamo questa spiegazione della Rivelazione come un quadro che ci presenta tutte le fasi che deve attraversare un'idea di Dio per giungere al suo valore vero e proprio. Prendiamo queste immagini come un paragone di quale prezzo è necessario affinché il bene vinca e il male si dichiari vinto! Prendiamo, quali pensatori spirituali, queste immagini come corrispondenti indicazioni. Poiché, come Giovanni vide spiritualmente l'evoluzione del cristianesimo, così in ugual modo si rispecchia l'evoluzione spirituale e materiale nel corso della vita di ogni uomo. Tali battaglie, tali squilli di tromba e coppe d'ira vengono riversate sulle idee. Beato colui che, anche utilizzando ciò che è più amaro, sa comunque ricavarne beneficio! Il processo di purificazione ed evoluzione spirituale resta ovunque sempre la stessa battaglia della natura spirituale contro quella animale: sacrificio di se stessi, tolleranza verso gli altri.

 

E così ognuno passi in rassegna la propria vita, e poi troverà in queste immagini della Rivelazione, più o meno tracciata, la storia della propria vita!

 

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