Hai tenuto  nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.

Mt 11, 25-20

Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. 
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Una cosa deve essere chiara, per poter amare Dio si deve credere in Lui. Ma affinché non si parli di una fede cieca, ma di una fede piena di luce, bisogna avere un concetto chiaro di “chi” e di “che cosa” sia un Dio”. Se noi amiamo Gesù considerandoLo unicamente come un uomo, per quanto anche buonissimo ed intelligentissimo, ed Lui ama noi allo stesso modo, allora noi potremo stare assieme per milioni di anni, ma noi potremo riconoscerLo e salutarLo come Dio altrettanto poco quanto Gesù noi, che certo un dio non siamo, ma siamo soltanto delle Sue creature.

Se noi vogliamo riconoscerLo per Quello che è veramente e Quale ci sta dinanzi,  Gesù si deve fare riconoscere per Tale mediante parole e opere. Ma quando Lo avremo veramente riconosciuto così e, sulla base della Sua Potenza e della Sua Sapienza, avremo appreso che Gesù evidentemente è di più di un uomo buono e intelligente e basta, soltanto allora il nostro cuore si umilierà nella polvere al Suo cospetto, e in questa giusta umiltà esso comincerà ad ardere di vero e vivente amore per Gesù; e solo in ciò noi troveremo davvero la ragione più vivente di amare il Signore, nostro Dio e Creatore, sopra ogni cosa. Ma i sapienti e gli intelligenti mal si piegano alla vera umiltà, in quanto uno si reputa migliore dell’altro. Tutto il loro sapere è simile ad un vano sognare, né nessuno è capace di illuminare l’altro. Ognuno si reputa possessore della pura verità.

Ma tale operare non sarà di grave danno alla Dottrina del Signore, perché la Sua Parola sarà trasmessa a noi dai piccoli, e questi piccoli, non si serviranno più esattamente delle Sue espressioni, ciò che del resto non è nemmeno necessario. Ma tuttavia lo Spirito interiore rimarrà.

Chi crederà in Gesù e nel Suo Nome sarà battezzato con l’acqua e con lo Spirito, e costui riceverà anche il Suo Spirito, e poi procederà nella Luce della Verità purissima, nel tempo e per l’eternità! Ed in lui, poi, anche questa Dottrina si ritroverà come una cosa nuova in tutta la sua purezza. Chi però non progredirà fino ad un simile stato di grazia, costui comunque non percepirà mai la Luce pura dell’eterna Verità della Dottrina del Signore, e per lui sarà allora indifferente se si rimpinzerà lo stomaco spirituale con una specie di cibo oppure con un’altra!

“Venite a Me” significa procedere nella Luce della Verità purissima per raggiungere quello stato di grazia che è il ristori per le nostre anime.

A nessuno gioverà in qualche modo il semplice esclamare con fede: “Signore, Signore!”, poiché chi fa una simile professione del Suo Nome si troverà sempre al Suo cospetto come un essere che non Lo conosce né è conosciuto da Lui.

Chi non traduce completamente in opere la Sua Dottrina, ma si limita ad ascoltarla e ad ammirarla e glorificarla ogni tanto, costui non riceve il Suo Spirito, e quindi tutta la Sua Dottrina non gli è, in fondo, che di poco o di addirittura nessun giovamento. Infatti, quando alla fine, dopo la deposizione del corpo, egli si troverà nudo quale anima nell’Aldilà, ebbene, egli di Gesù e della Sua Dottrina ne saprà tanto come se sulla Terra non ne avesse mai sentito parlare nemmeno per una sillaba. Allora prendiamo il giogo su di noi e mettiamo in opera ciò che abbiamo imparato.

La medicina prescritta dal medico non ha la sua efficacia se non viene assunta da parte dell’ammalato.

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