E' stato detto, ma Io vi dico. |
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Mt 5, 17-37 | ||
«Non pensate che io sia venuto
ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare
compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la
terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che
tutto sia compiuto.
Prima cosa: E’ stato detto..., ma Io vi dico. Il
Signore è venuto per dare compimento alla legge di Mosè. Forse la Legge
era manchevole in qualcosa? No, certo che no.
Gesù viene a dare due comandamenti che sono il compimento di tutta
la Legge: “Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come stesso.”
Se questi due comandamenti sono il compendio dell’antica Legge di Mosè,
allora vuol dire che nel cuore degli uomini alla Legge di Mosè mancava
qualcosa. Mosè ha dato la Legge, ma questa doveva essere letta non
attraverso un “devi”, quanto piuttosto un “dovresti”. La Legge
deve essere quindi letta non come un macigno che opprime la tua libera
volontà, ma come un qualcosa che la libera. La legge dovresti sentirla
come “tua” e non come proveniente dall’esterno del tuo essere, perché
se fosse qualcosa esterna a te, o meglio estranea, cozzerebbe sempre con
la tua volontà propria. Ecco che l’Amore che porta Cristo, attualizza tutto, rende nuove tutte le cose. All’uomo disposto ad ascoltare, la Verità gli viene svelata, un po’ alla volta, ma sempre più. E’ stato detto, ma Io vi dico. Il “dire” continua e si amplia sempre più la conoscenza della Verità. L’uomo nuovo è quello che non si ferma all’ "è stato detto" , ma ascolta, accoglie, comprende, attualizza e insegna agli altri il: "ma Io vi dico" . Tutto si evolve, cambia aspetto. Da
bambino, l’uomo, diventa adulto, cambia aspetto e mentalità, comprende
ciò che da piccolo non poteva comprendere. Così nella comprensione della
Parola. Oggi l’uomo comincia la sua maturità spirituale. Questo è
l’uomo nuovo che comprende, più o meglio di prima, ciò che è stato
detto per la sua crescita nello spirito ("Ma Io vi dico"). È
lo spirito sottinteso nella Parola, che oggi e domani si deve comprendere
per vivere da adulti maturi. Cosa ci vuole dire Gesù in questo brano? Che si deve cercare non solo di non farci sopraffare da sentimenti di ira verso le altre persone, ma anche di cercare di andare incontro a chi ci porta rancore. È meglio per noi sopportare un torto che fare agli altri ciò che può sembrare un torto. Così facendo non ci creeremo dei nemici pronti alla vendetta. I dal canto loro sono sepolcri imbiancati, con il loro zelo per far rispettare i loro precetti. Più volte sono accusati di far portare al popolo fardelli insopportabili, mentre loro non se ne caricano. Questo primo discorso è molto simile a quello che Gesù fece a Nicodemo quando quest’ultimo andò dal Signore nella notte. “Se la vostra giustizia non è superiore a quella degli scribi e farisei”….equivale a dire “se non rinascerete in acqua e Spirito”. Per l’uomo vecchio il Regno dei cieli è molto lontano, amici miei. Per riconoscere il Signore e stabilire un incontro con Lui si deve avere il cuore sgombro da ogni orgoglio, da ogni vendetta. Cosa insegna Gesù nel Padre nostro? “Perdona i nostri peccati, come noi li perdoniamo ai nostri debitori.” E dice ancora: “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi.” Se il male commesso dal tuo fratello lo ripaghi con un male più grande, chiedi a te stesso se esso potrà diventare migliore! Ma se tu, in cambio del male ricevuto da un fratello malvagio, gli rendi del bene, allora il male che è in lui si attenuerà e, alla fine, ritroverai in lui un fratello buono! Quando un padrone ha un servitore del quale si fida molto, ebbene, se quest’ultimo abusa della bontà del suo signore peccando contro di lui, allora merita di essere punito, e quindi il padrone lo fa chiamare e gli rinfaccia la sua infedeltà. Ora, se il servitore si arrabbia e replica al padrone con parole offensive, credi forse che il padrone si calmerà e si mostrerà più buono verso di lui? No davvero! Io ti dico che il padrone, infuriato con il suo sleale servitore, lo farà subito arrestare e gettare in prigione. Se però il servitore, vedendo che il suo padrone è arrabbiato con lui, si getta ai suoi piedi e, pentito, gli confessa la propria colpa, chiedendo perdono con delicatezza ed amore, ebbene, il padrone si comporterà allo stesso modo? Sicuramente no! Infatti il padrone, commosso dal rimorso e dalla bontà del servitore, sarà anch’egli mansueto ed indulgente e non soltanto gli perdonerà tutto, ma gli farà pure del bene. Dunque, se vogliamo raggiungere la beatitudine del Regno di Dio, non ricambiamo mai il male con il male! Infatti se giudichiamo e puniamo quelli che ci fanno del male, finiremo tutti per diventare cattivi e in noi non ci sarà più né vero amore né bene! Il
perdono di Dio parte dal perdono dell’uomo per l’uomo peccatore.
Quanto più l’uomo perdona e accetta l’altro peccatore, tanto più, e
altrettanto, farà Dio con noi. Tale
purificazione avviene quando il peccatore perdona l’altro peccatore.
Tutti gli uomini sono peccatori, tutti si mettano su un piano di parità
fra loro, e su un piano di sottomissione al Signore! Ecco che l’amore tra noi fratelli funge da “indulto” davanti al Giudice, che è Dio. La strada del perdono va: dall’uomo che perdona all’uomo; dall’uomo che perdona di fronte a Dio; da Dio che perdona all’uomo peccatore disciolto (= perdonato) e disciogliente (= perdonante le offese) i legami con l’altro. "Ciò che legherete sulla terra sarà legato anche il Cielo, ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto (perdonato) anche in Cielo". Il brano contiene anche la
frase “sarai gettato in prigione fino a quando non avrai pagato il
tuo debito” Prigione = Geenna, luogo di
purificazione Pagato il tuo debito = aver
riconosciuto il proprio errore e chiederne il
perdono. Fino a quando = niente è
eterno, se non Dio solo.
Per
quanto riguarda poi le presente mutilazioni corporali, c’è da dire
quanto segue: l’occhio rappresenta la facoltà di percepire le cose
divine e celesti, le mani rappresentano l’agire e i piedi il progredire. Con
l’espressione “strapparsi e gettare via da sé l’occhio”, e da
intendersi l’intelletto mondano dell’uomo; esso è un occhio
dell’anima che ha il compito di esaminare le cose del mondo e di
valutarle e confrontarle con le cose dello spirito.
Quando quest’occhio comincia a desiderare il mondo con eccessiva
insistenza, allontanandosi contemporaneamente da ciò che è dello
spirito, e a mala pena dedica qualche pensiero
a Dio, esso così è di grave scandalo alla sua anima dato che
questa allora trapassa completamente nella materia, e , giunti a questo
punto, è quanto mai necessario rinunciare alla sapienza esclusivamente
mondana e concentrare il proprio pensiero soltanto su ciò che è di Dio,
dello spirito e dell’anima, e questo per amore del Cielo. Cosa
corrisponde alla mano dell’uomo? L’attività, buona o cattiva che sia,
resta sempre attività e questa è giustamente raffigurata con la parola e
con l’immagine della mano; la ferma volontà invece è rappresentata
dall’ascia: l’unica con la quale puoi per sempre disgiungere da te la
cattiva attività. Allo
stesso modo il Signore ha anche parlato di un piede che eventualmente
potrebbe essere motivo di scandalo; ma chi vorrà pensare sul serio a
troncarsi il piede per questo motivo? Come il corpo deve avere dei piedi
per potersi muovere ed essere attivo al posto giusto, così nell’anima
ci deve essere un amore e un desiderio per qualcosa, affinché essa possa
rendersi attiva in conformità ad essi e allo scopo di un suo benessere di
qualunque genere. Se
l’amore e la brama dell’anima non sono ispirati alla Dottrina di
Cristo –ciò che non è sicuramente difficile da riconoscere- in questo
caso essi sono cattivi e tali da scandalizzare tutto il nostro essere;
allora si deve impugnare nuovamente l’ascia affilata della nostra
propria volontà e tagliare via da noi un simile amore e una simile brama,
procedendo e operando unicamente secondo l’amore e la brama buoni; così
con questo nuovo piede dell’anima entreremo molto facilmente nel Regno
dei Cieli. In
altre parole la cosa è da intendere così: ciascun uomo a questo mondo ha
necessariamente un duplice amore e una duplice brama che sorge
dall’amore. Uno è materiale ed anche deve esserlo, dato che senza di
questo nessuno lavorerebbe, né prenderebbe moglie. Ma affinché l’uomo
su questa Terra faccia così, devono esserci in lui un amore e una brama
materiali verso l’eterno tali ad indurlo ad un’attività di questo
genere. Se questo amore e questa brama si fanno troppo potenti, allora
essi certamente scandalizzano anche tutto l’essere dell’uomo e ne
fanno deperire l’anima, dato che questa viene eccessivamente spinta
verso la materia. Allora è giunto il momento in cui conviene armarsi di
coraggio per liberarsi con volontà fermissima da un simile amore e brama,
per tendere invece con tutte
le proprie forze a ciò che è puramente dello spirito. Se si fa questo,
ciò basta da solo per ottenere il Regno di Dio, nonostante di solito,
secondo il giusto ordine delle cose, vadano fatte entrambe le cose (sia
l’attività materiale che quella spirituale) in considerazione
dell’amore del prossimo. Ci sono dei tali che si sono allontanati completamente dal mondo e dalla sua attività per dedicarsi esclusivamente a ciò che è dello spirito; sennonché il Signore dice che con ciò essi appariranno giustificati proprio sotto ogni aspetto.
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