Giovanni vide lo Spirito discendere su Gesù.  

Mc 1, 7-11

Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

Chi è che vide lo Spirito discendere “come una colomba” e venire sopra Gesù? Gesu Stesso? Certo che no! 
A Giovanni era stato predetto:
Colui che mi mandò a battezzare con l’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere lo Spirito di Dio e restare su di Lui, è Quello che battezzerà con lo Spirito Santo”.  

Giovanni aveva visto egli stesso con i propri occhi il Suo Spirito posarsi sopra di Lui e sopra di Lui restare, non come se quest’Uomo solo con tale mezzo avesse ricevuto tale Spirito, ma l’apparizione avvenne soltanto per lui stesso, dato che prima non Lo aveva riconosciuto. 
Sottolineiamo due cose: lo Spirito di Dio era in Gesù già fin prima della nascita, quindi Esso venne visibilmente su di Lui affinché Giovanni, e pochi altri dal cuore umile, potessero riconoscere in Gesù il Messia, il Verbo incarnato. Possiamo anche dire che da quel momento, il Padre si riconosce pienamente nel Figlio.

Cosa voglio dire con questa affermazione? Abbiamo meditato venerdì l’adorazione dei Magi e la loro ripartenza. Ora ci troviamo di fronte ad un Gesù adulto e trentenne.
Cosa è successo a quel Dio, a quello Spirito del Padre che era presente in Gesù fin dalla nascita? 

Gesù visse il periodo fino ai trent’anni precisamente come vive ogni ragazzo ben educato, poi giovane e poi uomo. Soltanto per mezzo di una condotta di vita conforme alla Legge di Mosè dovette risvegliare in Se Stesso la Divinità (così come ogni uomo deve risvegliare il Signore in se stesso). Gesù Stesso, così come qualsiasi altra retta persona, ha dovuto dapprima incominciare a credere in un Dio, e ha dovuto poi anche avvincerLo sempre di più con amore sempre più potente, con ogni immaginabile abnegazione, e solo così a poco a poco renderSi la Divinità completamente soggetta. Così Gesù, il Signore Stesso, fu un esempio vivente per ogni uomo, e così ora qualunque uomo può dunque anche rivestirsi del Signore, proprio come Gesù Stesso Si è rivestito della Divinità in Lui; e qualunque uomo singolarmente può diventare completamente uno con Gesù Cristo, per amore e per fede, altrettanto come Gesù, Uomo-Dio, in tutta la sconfinata pienezza è perfettamente uno con la Divinità.

Alla domanda, quale relazione i miracoli del Bambino Gesù e la Sua attività spirituale divina avessero con la Sua esistenza umana, in certo qual modo isolata, nell’età di giovane e di uomo, e in quest’ultima età di nuovo i miracoli in essa operati - se in questi anni Lo si debba pensare solo come Uomo -, valga come risposta la vista di un albero dalla primavera fino all’autunno. 

In primavera l’albero fiorisce meravigliosamente, e una grande attività lo domina. Dopo la caduta dei fiori, l’albero diventa di nuovo come se fosse inattivo. Ma verso l’autunno l’albero appare nuovamente nella sua massima attività: i frutti, quelli sicuramente meravigliosi, diventano saporiti, colorati - più belli che non prima i fiori - e dunque maturi, e la benedizione loro impartita si scioglie dai suoi legami, e come tale cade nel grembo del piccino affamato.

Con gli occhi del cuore si sarà in grado di capire questa immagine, mai però con gli occhi dell’intelligenza mondana.

I punti interrogativi - senza accostarsi alla Divinità di Gesù, però tenendo fissa questa nella fede del cuore, che è una luce dell’amore a Dio - si lasciano chiarire facilissimamente, non appena scaturisca dal cuore la chiarezza, che la totale unificazione della Pienezza della Divinità con l’Uomo Gesù non è avvenuta di colpo, bensì, come tutto sotto la direzione di Dio, solo a poco a poco, così come il graduale ridestarsi dello Spirito divino nel cuore dell’uomo. E questa unificazione è avvenuta completamente solo per mezzo della morte in Croce - sebbene la Divinità già nel Bambino Gesù dimorasse già anche in tutta la Sua pienezza, ma affiorasse ad operare miracoli solo in caso di necessità.

Lo scopo sublime di questa Umanizzazione del Divino è quello di fornire un esempio tangibile, imitabile da tutti, della possibilità offerta all’uomo di perfezionarsi sempre più, superando le tentazioni che gli rivelano le debolezze che incatenano il suo spirito.

Gesù Stesso dovette far fronte alle più forti tentazioni: Egli, a cui tutto apparteneva, dovette vivere nella povertà per umiliare l’orgoglio; Egli combatté la voglia di dominare obbedendo volenterosamente a uomini che al Suo confronto erano un puro nulla; Egli vinse il desiderio delle donne con il lavoro, con una parca alimentazione, con la preghiera e frequentando uomini savi.

 

Ritorniamo al brano del Vangelo; lo Spirito di Dio si posò “come una colomba” non significa che Esso si presentò a forma di colomba; significa solamente che si posò dolcemente, per dimostrare l’umiltà del Signore.

In realtà lo Spirito si mostrò in forma di croce, che assomiglia perfettamente ad una colomba con le ali aperte. Ricordiamo che solo alcuni videro lo Spirito di Dio posarsi su Gesù; gli inviati dei farisei non videro e non udirono nulla, e ritennerò degli imbroglioni chi riteneva di aver assistito a tutto ciò.

Rimangano  bene impresse queste parole nella nostra mente: solo ai più piccoli e ai semplici il Signore si rivela; ai sapienti del mondo invece rimane nascosto e velato.

Come il Suo digiuno nel deserto prefigurava la persecuzione di cui fu vittima a Gerusalemme da parte del tempio, il battesimo di Giovanni prefigura la Sua morte in croce; fra tre giorni lo sposalizio in Cana significherà la Sua risurrezione, e il segno diventerà un modello della rinascita dello spirito per la vita eterna.

Solo dopo questa azione del battesimo Giovanni racconto quello che aveva visto ed udito, e affermò che il Battezzato, che già al Suo avvicinarsi egli aveva annunciato come l’Agnello di Dio a lui rivelato, in tutta verità è il Messia atteso da tutta Israele.

 

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